Può una storia d’amore dell’epoca romana emozionare ancora nel 2018? Ce lo dimostra Catullo.
Autore: pinkcherrytai
Un tempo era impossibile la vita. E volare.
E parlare. Era impossibile andare sulla luna.
L’impossibile è la dimensione a cui siamo chiamati.
da Una in ginocchio, l’altra che guarda in piedi,
Les Murray
Modi diversi per guardare all’inverno, dalla gioia per la bellezza del mondo innevato alla malinconia per la stagione fredda ❄️
Giorgio Caproni, Per le spicce
L'ultima mia proposta è questa: se volete trovarvi, perdetevi nella foresta.
Visto che in questi giorni non si parla d’altro e che lo spirito natalizio ha contagiato anche noi, ecco una poesia di Natale per iniziare bene l’ultima settimana prima delle feste!
Al mondo non si è mai del tutto soli. Alla peggio si ha la compagnia di un ragazzo, di un adolescente, e via via di un uomo fatto – quello che siamo stati noi.
da Il mestiere di vivere,
Cesare Pavese
C’è chi la odia perché spostarsi diventa scomodissimo, ma noi proprio non ce la facciamo: viva la neve – e viva i corvi!
La fine di tutto il nostro esplorare
sarà di giungere al punto da cui siamo partiti
e conoscere il luogo per la prima volta.
da Four Quartets, T. S. Eliot
Si possono scrivere poesie d’amore anche senza essere sdolcinati?
I secoli trascorreranno e gli scolari sbadiglieranno sulla storia dei nostri sconvolgimenti; tutto passerà, ma la mia felicità, cara, la mia felicità rimarrà nel madido riflesso di un lampione, nel cauto svoltare dei gradini di pietra che scendono fin dentro le acque nere del canale, nei sorrisi di una coppia danzante, in tutto quello con cui Dio avvolge con tanta generosità la solitudine umana.
da Una bellezza russa,
Vladimir Nabokov
Un’ode al vagabondaggio, perché a volte perdersi fa bene e serve a ritrovarsi.
Nel nostro mondo camminiamo sopra l'inferno guardando fiori.
Issa Kobayashi
Siete mai rimasti intrappolati in una situazione in cui non sembrano esserci vie d’uscita e resta solo l’attesa?
La vita è una dura disputa mossa da guai concreti, e ci vuole un terreno nel quale attecchire, e ci vuole il caldo che maturi e odori, e ci vuole la sera che inondi di malinconia e la mattina che rinfreschi e rassereni.
Giuseppe Ungaretti
Storia di una poesia, del suo fraintendimento, di un poeta dal destino infelice e di una delle più vecchie allegorie del mondo.
Il dolore dell’abbandono nei versi di una delle più grandi poetesse del Novecento.
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
da Le città invisibili, Italo Calvino
Amore e abbandono: come trasformare un dolore in poesia?
Oggi parliamo di un poeta che, tra tutte le erbe del mondo, ha scelto di definire come sua sorella l’ortica: non vi incuriosisce questo outsider?
Si possono scrivere poesie d’amore anche senza essere sdolcinati? Ce lo dimostra Montale con i suoi Mottetti.
Può esistere un momento di magia in cui gli uccelli cancellano tutte le ombre del nostro mondo, lasciando soltanto l’amore?
Qual è il senso della poesia nel nostro mondo?