I grandi protagonisti dell’arte, pittura o poesia che sia, in linea di massima sono più maschi che femmine, non sapremmo dire esattamente perché – un po’ saranno state le contingenze storiche, ma secondo noi vale ancora anche per il mondo contemporaneo. Noi stesse tra i nostri artisti preferiti annoveriamo soprattutto uomini.
Questo non vuol dire, però, che non ci siano anche grandi artiste! Infatti, cogliendo l’occasione della festa della donna, oggi vorremmo proporvi sei opere di sei poetesse e pittrici diverse, che non hanno molto in comune tra loro se non il fatto, appunto, di essere donne.
Abbiamo cercato di scegliere artiste non troppo note, ma alla fine trovate un elenco di altre poesie di donne, anche più famose.
Mary O’Donnell, Eroi non leggendari
Vorremmo aprire con una poesia molto interessante, di una poetessa irlandese contemporanea, Mary O’Donnell (nata nel 1954). Il titolo è “Eroi non leggendari”, e si spiega leggendo il testo in calce, che recita così:
Patrick Farrell, di Lackagh, che era capace di falciare un acro e un rood (vecchia unità di misura, ndt) irlandese in un giorno. Tom Gallagher, di Cornamucklagh, poteva percorrere a piedi 50 miglia irlandesi in un giorno. Patrick Mulligan, di Cremartin, era un grande vogatore. Tommy Atkinson, di Lismagunshin, era molto bravo nel salto in alto – poteva saltare fino a sei piedi di altezza. John Duffy, di Corley, era capace di zappare mezzo acro irlandese in un giorno. Edward Monaghan, di Annagh, che sapeva stare in equilibrio sulla testa su un boccale da una pinta.
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– Indagine del 1938 sulle tradizioni popolari, per documentare le persone del luogo che occupavano il distretto dell’Ulster del sud.
In risposta a questa rassegna di uomini “eroici”, nei versi che trovate di seguito la poetessa ha stilato un elenco di donne altrettanto eroiche nei loro ambiti, ma che, in quanto femmine, non sono passate alla storia quanto i loro compaesani maschi.
Kathleen McKenna, di Annagola,
che era capace di lavare lenzuola, camicie e fasce
di una settimana, fare il pane e pulire la casa
in un unico lunedì.
Birdy McMahon, di Faulkland,
camminò fino a Monaghan per un sacco di farina due giorni prima
che nascesse il suo ottavo figlio.
Cepta Duffy, di Glennan,
molto brava a cucire — ricamò un set di paramenti
in cinque giorni.
Mary McCabe, di Derrynashallog,
che come dote si prese cura della madre di suo marito,
nutrì dieci bambini,
il più giovane ancora al seno mentre si faceva il fieno.
Mary Conlon, di Tullyree,
che di notte scriveva poesie.
Assumpta Meehan, di Tonygarvey,
ebbe molte visioni e fu ricoverata al manicomio.
Martha McGinn, di Emy,
che attraversava a nuoto il Cornamunden Lough in un’ora e un quarto.
Marita McHugh, di Foxhole,
il cui pan di Spagna vinse il primo premio al Cloncaw Show.
Miss Harper, di Corley,
problemi femminili che raramente cessavano, piacevole nella sua cattiva salute.
Patricia Curley, di Corlatt,
le cui giunture dolevano e si gonfiavano sebbene fosse giovane,
che partorì tre figli.
Dora Heuston, di Strananny,
morì di parto, all’età di 14 anni,
ultime parole ‘Mammy, O Mammy!’
Rosie McCrudden, di Aghabog
rinomata per gli stivali puliti, inverno o estate,
spesso picchiata da suo padre.
Maggie Traynor, di Donagh,
non riceveva nessuna colazione, nutrita dalle suore, pane e marmellata,
la migliore della scuola nello spelling.
Phyllis McCrudden, di Knockaphubble,
che seppellì due mariti, crebbe cinque bambini
e coltivò la propria terra.
Ann Moffett, di Enagh,
che insegnava alle persone a leggere e non si faceva pagare.
Che io sappia, non ci sono traduzioni in italiano delle poesie di Mary O’Donnell, quindi quella che trovate sopra è mia – lo scopo è sempre solo quello di rendere il testo il più fedelmente possibile, purtroppo alcuni aspetti in traduzione inevitabilmente si perdono perciò se qualcuno fosse curioso qui trovate l’originale inglese.
Olga Boznańska, Autoritratto, 1892

Dopo la poesia, parliamo invece della pittura, e per la precisione di un autoritratto assolutamente originale di un’artista polacca poco nota dalle nostre parti, Olga Boznańska (1865-1940), vicina al mondo dell’impressionismo.
Quest’opera ci ha affascinato non soltanto per il volto della donna, rappresentato con un certo realismo indefinito, ma anche per la bellezza del riflesso del vetro e per il tocco di colore e personalità dell’ombrellino orientale. Insomma, crediamo che sia un quadro particolare e degno di essere scoperto, in cui ci sembra di scoprire qualcosa di questa artista e del suo carattere sicuramente interessante.
Marie Ponsot, Tra donne
Quali donne vagano?
Non molte. Tutte. Qualcuna.
Molte lo farebbero, ogni tanto,
E non c’è da stupirsi.
Alcune, e io sono una di queste,
Vagano stando ferme.
La mia piccola nonna
Comprava da tutti gli ambulanti
Non tanto per i nastri e i pizzi
Quanto per il loro profumo
Di dormire dove vuoi,
Andartene quando vuoi, scegliere
Il tuo pane e la tua compagnia.
Lei mi ha avvertita, “Non avere niente da perdere.”
Sembrava fragile ma aveva
Il sangue forte, caviglie da atleta,
Sapeva sopportare, sopportare.
Amava il suo giardino pieno di radici, i suoi
Nipoti, il suo uomo
Un tempo selvaggio, un tempo giovane.
Le donne vagano
Meglio che possono.
L’autrice, Marie Ponsot (1921-2019), è una poetessa statunitense contemporanea (anche in questo caso, siccome non esistono traduzioni – che io sappia -, mi sono permessa di tentare una traduzione di servizio; questo è il testo originale).
Nella sua semplicità, troviamo che questa poesia sia bella – sia per l’immagine della nonna, sia per l’idea di fondo di una sorta di spirito comune a tutte le donne, forse anche perché in passato non molte (e non ancora tutte nemmeno oggi) hanno avuto la libertà di cui godiamo noi adesso.
Hilma af Klint, Gruppo IX/SUW,Il cigno n.1, 1915

Con questo dipinto siamo abbastanza sicure di stupirvi: a dire la verità abbiamo scoperto un po’ per caso la svedese Hilma af Klint (1862-1944), un’artista mistica pioniera dell’Astrattismo. Pensate che le sue prime opere astratte risalgono al 1906, assolutamente in linea, se non addirittura in anticipo, con gli studi di Vassily Kandinsky.
Per ora ne sappiamo poco, ma promettiamo che torneremo presto con un approfondimento legato a questa donna così moderna nei primi anni del Novecento. Per oggi ci accontentiamo di questo quadro così particolare, un esperimento sul colore che secondo me assume una declinazione positivamente femminile nel delineare i due cigni.
Ada Negri, Fiorita di Marzo
La fioritura vostra è troppo breve,
o rosei peschi, o gracili albicocchi
nudi sotto i bei petali di neve.
Troppo rapido è il passo con cui tocchi
il suolo — e al tuo passar l’erba germoglia,
o Primavera, o gioia de’ miei occhi.
Mentre io contemplo, ferma sulla soglia
dell’orto, il pio miracolo dei fiori
sbocciati sulle rame senza foglia,
essi, ne’ loro tenui colori,
tremano già del vento alla carezza,
volan per l’aria densa di languori;
e se ne va così la tua bellezza,
come una nube, e come un sogno muori,
o fiorita di Marzo, o Giovinezza…
Qui Ada Negri (1870-1945) stabilisce un paragone tra la bellezza effimera dei fiori di marzo – la loro delicatezza, quando i primi boccioli spuntano sugli alberi, ha davvero qualcosa del miracolo – e la giovinezza, che come loro passa in fretta (qui addirittura si disfa, proprio come una nube di fiori).
Il paragone tra i fiori e la giovinezza non è un motivo di per sé particolarmente originale, ma la preoccupazione nei confronti della bellezza che svanisce a me sembra tutta femminile: la poesia appartiene a una raccolta pubblicata nel 1910, quando l’autrice aveva una quarantina d’anni, età che penso sia un po’ critica per molte donne!
Tina Blau, Vele gialle, ante 1916

Come ultima opera, vi proponiamo un paesaggio dai colori forti e ben bilanciati, a firma di Tina Blau (1845-1916), un’artista austriaca specializzata proprio in questo genere pittorico.
Questo paesaggio ci ha subito colpito tra i molti che si vedono online di questa autrice, grazie al soggetto suggestivo delle barche, alla luce bellissima, alle pennellate decise e alla donna raffigurata, unico particolare in bianco e nero, che ha il potere di dare un anima tutta femminile al dipinto.
Nel caso qualcuno voglia proseguire con le letture al femminile, non si può non partire da quella che è forse la più nota ed amata poetessa di tutti i tempi: la grandissima Wisława Szymborska. Noi ne abbiamo parlato qui:
- 5 poesie di Wisława Szymborska, per conoscere questa grande poetessa;
- Un incontro inatteso, poesia su un incontro con un amore finito;
- Nella moltitudine, una poesia sulla gratitudine per la propria irripetibile esistenza;
- Qualche parola sull’anima, e qui il titolo si spiega da solo.
Queste, invece, sono le altre poesie di poetesse di cui abbiamo parlato in altri post:
- Anna Achmatova, Non so se sei vivo o sei perduto per sempre;
- Maya Angelou, Una donna fenomenale;
- Lucille Clifton, Celebreresti con me;
- Natalia Ginzburg, Memoria;
- Mary Oliver, Giorno d’estate;
- Mary Oliver, Oche selvatiche;
- Marguerite Yourcenar, I trentatré nomi di Dio.