Claude Monet a Torino: il vero fascino della mostra alla GAM

Claude Monet, Londra, il Parlamento. Effetto di sole nella nebbia.
Claude Monet, Londra, il Parlamento. Effetto di sole nella nebbia.
Claude Monet, Londra, il Parlamento. Effetto di sole nella nebbia.

Per prima cosa, c’è un mito che vorrei sfatare: percorrere la mostra “Monet dalle collezioni del Musée d’Orsay” non equivale a compiere una passeggiata tra le luci e i colori fatati dell’impressionismo, ma piuttosto è un’occasione per conoscere meglio la pittura di questo artista al di là dei suoi lavori più noti (oltre alle ninfee, per così dire).

Non è stato come andare al museo d’Orsay, o al Marmottan, o a Giverny, quindi se ci si aspetta di fare una scorpacciata di pitture floreali si rimarrà certamente delusi.

Chiarito questo primo punto, adesso cercherò di raccontare con un po’ di ordine le ragioni per cui, nonostante la premessa che ho fatto (e l’ora abbondante di coda all’ingresso), credo che valga la pena di visitare questa mostra.


Storia di una rivoluzione: dal realismo all’impressionismo
Claude-Monet-le-ville-a-bordighera
Claude Monet, le ville a Bordighera.

Una cosa che ho apprezzato molto è stata l’opportunità di osservare quello che è stato il percorso artistico di Claude Monet, la serie di piccole trasformazioni che si sono succedute sino ad arrivare alla grandezza degli ultimi quadri.

Camminando tra le tre sale (eviterò le lamentele a proposito dello spazio espositivo poco organizzato) i colori cambiano, così come le pennellate. Ho potuto vedere come la mano di questo grande artista si è sciolta e liberata da qualunque vincolo formale, mentre anche la tavolozza ha abbandonato le regole più usuali. Si parte da paesaggi decisamente convenzionali, in linea con quelli della Scuola di Barbizon, per fare un esempio, per poi arrivare alle vetta quasi astratte delle opere più impressionisti.

Con questo non dico di avere apprezzato la scelta di tutte le opere, non mi fraintendete: sarebbe stato impossibile avere una selezione di quaranta quadri imperdibili, però nell’insieme sono rimasta soddisfatta, perché ho potuto rimirare alcune delle mie tematiche preferite.


La bellezza della cattedrale di Rouen
Claude Monet, la cattedrale di Rouen, il portale, tempo grigio.
Claude Monet, la cattedrale di Rouen, il portale, tempo grigio.

Tra i temi seguiti da questo artista quello della riproduzione ostinata della facciata della cattedrale di Rouen sicuramente è uno dei miei preferiti.

Una delle cose che mi colpisce di Monet è la concretezza della sua arte e del suo pensiero (e scusate l’apparente gioco di parole). In effetti non si pone come un teorico, non scrive libri e non cerca obiettivi ultraterreni, ma semplicemente dipinge, con metodo e chiarezza, sino ad arrivare a quello che per lui è l’essenziale.

Ecco, secondo me le riproduzioni della Cattedrale di Rouen (arrivate in due fino a Torino) sono l’emblema del suo pensiero: dipingere, indagare e osservare sempre meglio, fino a cogliere lo spirito del momento, l’atmosfera data da una particolare condizione meteorologica e mentale.


50 sfumature di neve
Claude Monet, la gazza.
Claude Monet, la gazza.

Finalmente l’inverno sta arrivando (winter is coming, come si direbbe in un certo telefilm!), quindi cosa c’è di meglio a Torino che celebrarlo con qualche bel quadro dalle atmosfere soffuse e delicate? Nella mostra alla GAM troverete una piccola serie di opere su questo tema, dove si può notare come il bianco per Claude Monet sia raramente davvero bianco, ma piuttosto sia originato dalla fusione tra colori bellissimi e delicati che ricordano le atmosfere fiabesche delle limpide mattine invernali.

Ho un debole per questi lavori così come ho un debole per l’inverno e per le sue sottilissime sfumature, chissà se piaceranno anche a voi!


Detto questo, credo proprio di avere esposto i motivi per cui ho apprezzato questa mostra nonostante l’attesa, il troppo affollamento e l’allestimento che non era proprio il massimo. Voi ci siete già andati? Se sì, sarei curiosa di sapere la vostra opinione, se no, spero di avere solleticato la vostra curiosità!

Per alimentare ulteriormente  l’interesse e per condividere ancora un po’ dell’emozione che ho provato ieri, ho trovato un paio di altre immagini dei quadri esposti.


Ed ecco, per finire, qualche link utile:  punto primo, il sito della mostra per curiosare: Monet dalle collezioni del Musée d’Orsay, aperta fino al 31 gennaio 2016.

Per gli interessati, invece, ecco i link agli articoli di questo blog che hanno trattato di Claude Monet e dell’impressionismo:

Claude Monet, Impression, soleil levant.

“Impression, soleil levant”: l’alba di una nuova era.

Claude Monet, Ninfee.

Quale altra musa, se non la Natura? Il giardino segreto di Claude Monet.