Se si considera a livello globale, quello del turismo è un fenomeno in crescita: sarà grazie alla possibilità di spostarsi low cost, all’offerta ricettiva variegata, conveniente e gestibile in rete o al fatto che è diventata una moda, ma in ogni caso è un dato molto interessante.
Possiamo quindi lanciarci ad immaginare, per l’Italia, un fantastico futuro di ridente economia?
Ovviamente la risposta al momento è no, perché la triste realtà è che non riusciamo a tenere il passo con gli altri Paesi. Dico questo perché proprio ieri sono incappata in un articolo (Turismo in Italia: perché tutti dovremmo preoccuparcene, per chi volesse approfondire) che mi ha fatto infuriare, seguito da altri sulla stessa linea che ho cercato subito dopo.
Senza perdermi dietro ai numeri, il concetto è questo: anche se il turismo è uno dei fenomeni economici in maggiore aumento nel mondo, in Italia cresce più lentamente che in altri Paesi. Nonostante i nostri paesaggi, la cultura e il buon cibo, stiamo perdendo quello che è sempre stato un nostro primato, una grande risorsa che attualmente occupa il 12% dei lavoratori e che, con i giusti investimenti, potrebbe rivelarsi un settore su cui puntare per un futuro sostenibile e più roseo. La realtà purtroppo è diversa: chi viene in Italia soggiorna sempre meno a lungo e meno volentieri.
Per capirci, cito questo articolo che ho letto: Negli anni ’50 quasi un turista su cinque veniva da noi ed eravamo il paese più visitato del mondo. Oggi, da noi arriva un turista su 23.
Di chi è la colpa?
Potremmo cercare di scaricare la colpa alla concorrenza dei Paesi stranieri che offrono soggiorni a basso costo in città dove il viaggiatore si sente addirittura il benvenuto, viziato in hotel efficienti, moderni ed economici e in locali dove a basso costo si mangiano e bevono ottimi prodotti, per non parlare dell’organizzazione delle informazioni per i turisti, spesso facili da reperire già in rete.
Però la colpa forse in realtà è, ad esempio, dei ristoratori italiani che rifilano cibo scadente a prezzi disonesti solo perché hanno un locale in un posto turistico, oppure degli albergatori che pensano a tutto tranne che ad investire per rinnovare gli hotel (non so voi, ma gli hotel peggiori d’Europa io li ho trovati Italia, raramente mi sono sentita tanto presa in giro!). La colpa è dei troppi che qui trattano i turisti come polli da spennare, certi che tanto se non torneranno loro qualcun altro verrà comunque, e non come clienti da sedurre perché spargano la voce.
La responsabilità è anche di chi pensa che la conoscenza della storia e dell’arte in uno stato come il nostro siano inutili: se non conosciamo il nostro patrimonio come facciamo a gestirlo? Oggi non bastano le spiagge (spesso deturpate) e le montagne (a volte troppo antropizzate), se ci pensiamo bene è solo a livello culturale che noi italiani abbiamo il primato sugli altri, contando i siti Unesco e le infinite piccole realtà che possiamo offrire!
La colpa è di chi non si interessa alla politica, a tutti i livelli, perché non gli piace o non si sente rappresentato (in realtà sono convinta che, ora come ora, non sia soddisfatto nessuno!), perché è per questo che vengono impediti i cambiamenti e che nessuno si mette e fare di meglio.
Ma molto di più la vera responsabilità è delle amministrazioni che hanno a cuore soltanto gli interessi personali e che se ne fregano della collettività e di chi rappresentano, senza impegnarsi a valorizzare quel ben di Dio che hanno tra le mani.
Allo stesso livello la colpa è della mafia che si riempie le tasche nel settore del restauro, sfruttando il sistema delle tangenti e la scarsa trasparenza degli appalti.
Al di sopra di tutto la colpa è di chi ci governa e sceglie di togliere lo studio dell’arte dai licei e di distruggere in generale la scuola, certo del fatto che un popolo di ignoranti è più facile da governare, anziché decidere di puntare sulle eccellenze e sull’inventiva per uscire da questa famigerata crisi che fa comodo a tanti. Volenti o nolenti, abbiamo una classe politica cieca che non sa agire favorendo le vere risorse del paese.
Alla fine, la responsabilità forse è un po’ di tutti noi che non abbiamo il coraggio di cambiare le cose, o che non sappiamo come fare a trasformare in qualcosa di concreto le nostre ambizioni.
Scusate lo sfogo, però questo argomento mi sta davvero a cuore, perché vedo intorno a me quanto in più si potrebbe fare per valorizzare le cose che abbiamo, innovando l’idea di turismo e i sistemi di comunicazione e promozione. E purtroppo vedo anche che gli investimenti degli enti pubblici spesso vanno in direzione opposta.
Che dire, prometto che non mi lamenterò più così tanto ma piuttosto mi impegnerò maggiormente a parlare delle cose belle che il nostro Paese ha da offrire, a tradurre in pratica le idee, per quanto questo blog sia una realtà minuscola e davvero non abbia una grande voce nell’ordine generale delle cose.