Avere l’opportunità di osservare da vicino il tratto di un grande artista è sempre qualcosa di molto emozionante: potete quindi capire il nostro entusiasmo quando, l’estate scorsa, siamo state invitate a vedere in anteprima gli esiti del restauro del cartone preparatorio per uno degli affreschi più famosi del mondo, la Scuola di Atene di Raffaello Sanzio (alcuni mesi dopo tornato visibile al pubblico presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano).
Come tutti sapranno, si tratta della decorazione di una delle stanze degli appartamenti di papa Giulio II in Vaticano (oggi parte del percorso di visita dei Musei Vaticani). La scuola di Atene, nella Stanza della Segnatura, è stata eseguita tra il 1509 e il 1511 e rappresenta la Filosofia, una delle vie per arrivare a Dio secondo gli intellettuali del Rinascimento.

In un edificio classicheggiante, sono rappresentati i principali filosofi dell’età antica, tra i quali spiccano, in posizione centrale, Platone ed Aristotele. Ad alcuni dei soggetti Raffaello ha voluto dare le sembianze di artisti suoi contemporanei, come Eraclito che secondo molti ha le fattezze di Michelangelo (seduto, in primo piano) ed Euclide che ha quelle di Bramante (sulla destra, che disegna con il compasso); tali identificazioni stanno a simboleggiare un’unione ideale tra i grandi del passato e quelli del suo tempo.
Il cartone preparatorio per la Scuola di Atene
Naturalmente, un’opera del genere non si può improvvisare. Infatti, prima di realizzare l’affresco, Raffaello ha disegnato una bozza su un cartone delle stesse dimensioni, da usare come punto di partenza. Si tratta di una pratica piuttosto comune, che permetteva di riportare i contorni sull’intonaco del muro da affrescare, grazie ad una tecnica abbastanza complicata, chiamata spolvero.
Per prima cosa si metteva il cartone sopra un altro cartone intonso, poi si bucherellavano i due cartoni in corrispondenza delle linee fondamentali. Una volta posizionato il cartone intonso e bucherellato sulla parete da affrescare, se ne tamponava la superficie con della polvere di carbone: in questo modo rimanevano sul muro delle linee guida, e allo stesso tempo si salvaguardava il cartone preparatorio dalla polvere di carbone che lo avrebbe completamente annerito.

I motivi per cui veniva preservato il cartone originale sono principalmente due: il primo è che presentava già anche i chiariscuri e i dettagli che avrebbero caratterizzato l’opera finale (insomma, era una sorta di modello), il secondo è che esisteva un mercato di collezionisti interessati all’acquisto di questo tipo di opere.
Le vicende del cartone della Scuola di Atene
Grazie ad una miracolosa concomitanza di eventi – a partire dall’ignoto benefattore che ha capito il valore di quest’opera e la ha preservata sin da subito, passando da chi si è preoccupato di mantenerla al sicuro durante le due guerre del secolo scorso, fino ad arrivare ad un mecenate dei giorni nostri, che ne ha finanziato il restauro – è oggi possibile ammirare il cartone della Scuola di Atene in tutta la sua bellezza presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Ma quali sono le vicende che hanno interessato il nostro cartone? Non sappiamo esattamente cosa gli sia successo al termine dell’esecuzione dell’affresco, ma sappiamo che è stato acquistato nel 1626 dalla Biblioteca Ambrosiana, dove è rimasto fino alla conquista di Milano del 1796, quando i francesi lo portarono in Francia.
In seguito è stato esposto al Louvre e oggetto di un primo restauro che ha comportato la foderatura e il montaggio su un nuovo telaio, insieme al raccordo delle parti mancanti. Con la Restaurazione, nel 1816 il cartone è tra le opere che la Francia restituisce all’Italia.
Durante la Prima guerra mondiale, per tutelarlo da possibili danni, viene trasportato in treno insieme ad altre opere d’arte da Milano a Roma, in Vaticano; alla fine della guerra rientra all’Ambrosiana. Durante la Seconda guerra mondiale, invece, rimane in Lombardia: viene messo al sicuro dai bombardamenti nel caveau della cassa di Risparmio delle Province Lombarde.

Nel 2014 la Biblioteca Ambrosiana avvia sul cartone una lunga e laboriosa opera di restauro conservativo, coordinato da un Comitato Scientifico composto dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da numerosi esperti di restauro. L’intervento è stato possibile interamente grazie al contributo della società RaMo SpA, per volontà del fondatore Giuseppe Rabolini (il fondatore di Pomellato, grande amante dell’arte).
Al termine delle operazioni di restauro, dirette e coordinate da Maurizio Michelozzi, il Cartone torna oggi visibile al pubblico, completamente restaurato.
Un confronto tra il cartone preparatorio e l’affresco della Scuola di Atene
Dopo aver scoperto qualcosa in più sulla storia del cartone di Raffaello, possiamo ora dedicarci ad osservarlo meglio nel dettaglio, grazie alle fotografie che abbiamo scattato in occasione della nostra visita in anteprima presso la Biblioteca Ambrosiana.
Innanzitutto, salta subito all’occhio che nel cartone preparatorio mancano le architetture e che l’unico sfondo è costituito dai gradini che servono a scandire e ad animare la composizione. In realtà, guardando da vicino, si possono osservare sparpagliati sul cartone alcuni particolari architettonici (realizzati a sanguigna e pertanto riconoscibili dal colore, come noterete nelle immagini di seguito) che probabilmente sono degli spunti per la costruzione geometrica dell’edificio nell’affresco.
In secondo luogo, si può osservare come nel cartone manchino alcuni dei personaggi presenti poi nel quadro, come la figura di Eraclito (seduto in primo piano e appoggiato ad un blocco di marmo), e il celebre autoritratto di Raffaello sulla destra (di cui, per chi fosse interessato, abbiamo parlato qui).
Infine, scendendo nei particolari, possiamo finalmente parlare di qualcosa di unico, ovvero l’occasione di vedere il tratto autentico di Raffaello Sanzio. Infatti bisogna tenere conto che per la realizzazione dell’affresco ha lavorato tutta la bottega dell’artista, mentre nel cartone preparatorio troviamo unicamente la sua mano.
Credo che, dopo tutte le parole spese, questo sia ciò che ci ha colpito maggiormente e che dal vero ci ha incantato. Come potete vedere anche voi nei dettagli di seguito (con tutti i limiti delle fotografie), le figure del cartone sono accomunate da linee di contorno e di chiaroscuro assolutamente decise e vigorose, in certi casi persino lontane dall’idea che abbiamo delle opere di Raffaello, così delicate da apparire quasi evanescenti.
Per lasciare che siate anche voi a giudicare, vi proponiamo questi ingrandimenti del cartone e i corrispettivi dettagli dell’affresco della Scuola di Atene, di cui purtroppo non abbiamo trovato immagini a grandissima risoluzione.
Come fare per vedere il cartone di Raffaello dopo il restauro
Per gli interessati, dal 27 marzo 2019 è possibile vedere il cartone in una sala ad esso appositamente dedicata presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Inoltre, è stato appositamente preparato un catalogo, edito da Electa: si tratta di una pubblicazione bilingue italiano/inglese con testi di Alberto Rocca, Direttore della Pinacoteca Ambrosiana.
Per avere altre informazioni, questo è il sito: www.raffaelloambrosiana.it