Una poesia ottimista: ‘I giusti’ di Borges

Grant Wood, Orto, Moret, 1924

Oggi vi propongo una poesia ottimista: si chiama I giusti ed è di Jorge Luis Borges, grande scrittore argentino molto noto per i suoi racconti, ma anche le sue poesie sono bellissime.

Come tanti aspetti del mondo e della vita, anche l’umanità ha una certa ambivalenza. Si può considerare un male, un virus che sta infettando il pianeta e che lo sta lentamente distruggendo, che ha causato estinzioni e dolori innumerevoli, eccetera – e in generale è anche vero. Ma c’è anche uno splendore, una bontà, quello che ci rende degni di vivere, che non per forza si riflette in grandi gesti eroici, ed è quello su cui si sofferma Borges.

Quella che vorrei condividere con voi oggi è una poesia piena di amore per l’umanità: secondo Borges, se c’è qualcuno che salverà il mondo sono le persone normali, quelle buone e contente di ciò che hanno e di sé stesse, che fanno bene ciò che fanno non solo perché devono.

Jorge Luis Borges, I giusti

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

Io trovo che il messaggio di questo testo sia bellissimo: sono davvero i giusti che mandano avanti il mondo e che forse lo salveranno, tutte le persone gentili e serie che amano qualcosa e che fortunatamente esistono.

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