Cavalieri azzurri e cupole a mosaico: un invito a perdersi nella fantasia di Kandinsky, il migliore di tutti

Vassily Kandinsky Alcuni cerchi opera Vassily Kandinsky, Alcuni cerchi, 1926

Se voglio parlare di astrattismo, sicuramente Vassily Kandinsky è la mia prima scelta, per il fatto che tra gli artisti di questo periodo è quello che secondo me ha maggiormente cambiato il corso della storia dell’arte. Con spontaneità, senza ricerche geometriche e ossessive in stile Mondrian e senza i simboli oscuri di Schiele e Munch, riesce a parlarci delle fiabe della tradizione russa che gli appartengono, sino ad arrivare alle composizioni più astratte e libere che si possano immaginare.

Vassily Kandinsky, la vita variopinta.
Vassily Kandinsky, la vita variopinta.
Vassily Kandinsky, composizione IV.
Vassily Kandinsky, composizione IV.

Ma non basta il percorso espressivo a fare di lui uno dei più grandi maestri del Novecento: Kandinsky infatti è il teorico di questo movimento, oltre ad essere tra i fondatori della rivista Der Blaue Reiter (fondamentale nel passaggio da espressionismo a arte informale), e soprattutto è uno degli insegnanti della prestigiosa e avanguardista scuola del Bauhaus, avendo così l’occasione di plasmare le nuove generazioni.

Oltre a questo, il grande fascino di Kandinsky è la capacità che hanno le sue opere di trasmettere  sensazioni e raccontare una storia che non vive solo sulla tela, ma mette in comunicazione la nostra mente e la sua mano, permettendoci di cogliere ciò che desideriamo vedere.

I suoi quadri hanno molteplici sfaccettature e sono un rincorrersi di fantasie e temi ricorrenti, legati in certi aspetti all’infanzia, come le città con le cupole ortodosse, le navi e gli immancabili cavalieri, anche se non sono sempre azzurri.

Se si ha la fortuna di andare a una sua mostra, il mio consiglio è proprio quello di farsi stregare dalle opere, permettendo all’immaginazione di farsi strada e di provare a interpretare quelle linee che non sono mai messe a caso.

Vassiliy Kandinsky, St. George IV.
Vassiliy Kandinsky, St. George IV.

In un surreale pomeriggio di un anno fa io sono stata in una personale di Kandinsky all’Arca di Vercelli, insieme a due persone che adoro, ed è stato grazie a loro che ho trovato un nuovo modo di vedere il filo sottile che unisce anche quadri all’apparenza diversissimi e realizzati in periodi diversi. Ci siamo appassionati alle barche che in un modo o nell’altro ci parevano sempre presenti, così le abbiamo cercate ovunque, ricercandone le forme stilizzate e trovando battaglie navali, approdi e partenze da città (quasi) invisibili.

Per questo motivo qui di seguito posto una serie i quadri che mi incantano, sperando di riuscire a condividere quello che io provo. Vassily Kandinsky è uno dei miei preferitissimi, quindi non riesco a selezionare molto, perché credo che ogni dipinto meriti di essere guardato, e che meritino di essere cercate navi nascoste, figure leggendarie e tetti colorati.

E credo anche che questo artista meriti di essere riconosciuto come uno dei migliori di sempre, insomma, attraverso le immagini che a me sono più care. 

 

Vassily Kandinsky per me è come un amico lontano conosciuto forse per caso, con cui magari si parla di rado ma con cui si mantiene un rapporto unico, personale ed esclusivo; un ascoltatore e una narratore allo stesso tempo, lontano mille miglia ma immediato e affascinante.