Alla scoperta delle meraviglie dei Paesi Baltici tra Estonia, Lettonia e Lituania

Se c’è una cosa che ho imparato nel corso dei miei viaggi mittel-esteuropei* è stata che bisogna spesso diffidare delle guide turistiche nel momento in cui definiscono incantevole oppure paradisiaco un posto appartenente alla sfera ex sovietica.

Reduce da un paio di settimane a spasso per i Paesi Baltici, mi sento di affermare che questo vale anche per le nazioni che ho scoperto, o almeno per quello che ho visto io. Tra i luoghi da vedere sono rari i veri scenari da cartolina e siamo spesso ben lontani dalla perfezione di molti Stati dell’Europa occidentale, ma con ciò non voglio dire che siano meno affascinanti, al contrario.

Ci sono delle eccezioni (di cui parlerò più diffusamente nei prossimi tempi), ma in generale nei centri storici e nelle mete turistiche ancora oggi incombe lo spettro delle architetture sovietiche, unitamente all’idea di abbandono che possiedono ancora molti edifici, in attesa di essere restaurati. Per non parlare poi degli orizzonti delle periferie, scanditi dal susseguirsi dei parallelepipedi dei complessi residenziali in cemento armato, tutti uguali.

Daugavpils_vista
La collina delle chiese a Daugavpils

Il fattore che però accomuna molti dei Paesi ex sovietici è la volontà di riscatto, il fermento che porta alla ricostruzione e alla valorizzazione del patrimonio, insieme a una percepibile crescita economica. Soprattutto nelle grandi città, ci sono un sacco di cantieri e di nuove costruzioni, le zone industriali sono spesso riconvertite in hub creativi e in uffici e ovunque si respira un clima di grande vivacità. Ci sono giovani che si costruiscono una vita migliore di quella spettata ai loro genitori e l’impressione diffusa è quella che la vita scorra ai cento all’ora.

Non sono ad oggi dei centri urbani perfetti, ma probabilmente lo diventeranno negli anni a venire, data la velocità dei cambiamenti. E, proprio per questa ragione, credo che sia impagabile vederli ora, un attimo prima della globalizzazione e del dissolversi di questa atmosfera di rinascita.

Come forse immaginerete da questa mia accorata introduzione, il viaggio di quest’anno ha superato le aspettative mie e del mio compagno (d’avventure e di vita) e soprattutto ci ha permesso di scoprire moltissime cose che non sapevamo: abbiamo frequentato molti musei d’arte (più di quanti mi aspettassi), girato tra capolavori architettonici e attraversato parchi naturali stupendi.

Abbiamo percorso più di 250 km a piedi, altri 200 in macchina e infine circa 1900 tra treni e pullman (e nave, in una minima parte). Se volete un assaggio di tutto questo, ecco di seguito un bel video che descrive in breve qualcosa di quello che abbiamo visto:

Sono immagini proprio belle, non trovate anche voi? Come capirete, ora mi ritrovo con tantissimo materiale che voglio condividere con voi in questa stagione autunnale e che spero vi possa interessare.

E se anche voi vorreste perdervi nei Paesi Baltici e vedere le meraviglie di cui ho accennato, ecco qualche post per entrare nel vivo della faccenda:

Tallinn-Riga-Vilnius-capitali-baltiche

Konrad Mägi, Paesaggio, 1913-14 CUT

Riga-art-nouveau-edifici

Vilhelms Purvītis, Acque primaverili, 1910


Se invece avete un po’ di pazienza, prima o poi parlerò anche di questi argomenti e li potrete ritrovare da queste parti:

  • Cinque capolavori nascosti nel Museo d’arte lituana di Vilnius
  • La penisola curlandese: immersione in una natura senza tempo
  • Il quartiere Kalamaja a Tallinn: un quartiere industriale abbandonato si trasforma in qualcosa di stupendo
  • Architetture colossali: tre megastrutture sovietiche a Tallinn

* Da sempre queste zone sono le mie mete predilette, così negli anni ho solcato l’Europa in treno, scoprendo un po’ per volta Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia (amatissima) e Germania.