Dove si nascondono gli autoritratti di Caravaggio?

Se anche voi, come me, siete degli appassionati di Caravaggio, sono sicura che avrete presente i suoi lineamenti, o che vi verrà in mente una qualche immagine del suo viso.

In tema di autoritratti d’autore, dopo una parentesi rinascimentale ho pensato che fosse il momento di parlare del rivoluzionario Michelangelo Merisi, grandissimo innovatore della storia dell’arte. Indagare sulla visione che questo artista aveva di sé stesso non è così difficile, dal momento che esistono numerosi suoi autoritratti e che, banalmente, per chi ancora lo ricorda è stato il volto riprodotto sulla banconota delle cinquantamila lire.

Ciò che è a parer mio assolutamente curioso e interessante è però la maniera in cui Caravaggio è riuscito ad inserirsi in molte sue opere, solo o insieme ad altri personaggi. Avete presente? Per rinfrescarvi la memoria, oggi vi propongo una galleria con qualche esempio di autoritratto nascosto o non esplicitamente dichiarato.

Caravaggio, Bacchino malato, 1593-94

Caravaggio, Bacchino malato, 1593-94
Caravaggio, Bacchino malato, 1593-94

Iniziamo partendo dal semplice: nel Bacchino malato Caravaggio è l’assoluto protagonista, ritratto in panni divini e circondato da frutta e foglie eseguite magistralmente. Si tratta di un’opera giovanile che probabilmente raffigura l’artista durante la convalescenza in seguito alla ferita causata dal calcio di un cavallo.

Aneddoti a parte, non siete colpiti anche voi dalla semplicità del dipinto? Siamo ben lontani dalla complessità compositiva ed emozionale che caratterizzerà la fase matura della pittura di Caravaggio, ma questo ci permette di ammirarne a pieno i tratti somatici, mostrati senza espedienti.


Caravaggio, I musici (Concerto), 1595

Caravaggio, I musici (Concerto), 1595
Caravaggio, I musici (Concerto), 1595

Anche nel caso del Concerto ci troviamo di fronte ad un’opera giovanile e anche qui si tratta di una scena di ispirazione mitologica.

Dopo aver visto il Bacchino malato sono sicura che non sarà difficile notare la somiglianza con il secondo personaggio da destra, con la carnagione scura e lo sguardo che cerca quello dell’osservatore. Si tratta infatti di un secondo autoritratto di Caravaggio, questa volta con un’aria un po’ più sana rispetto al primo!


Caravaggio, Davide e Golia, 1597-98

Caravaggio, Davide e Golia, 1597-98
Caravaggio, Davide e Golia, 1597-98

Quando vedete la testa mozzata di un malvagio in un quadro di Michelangelo Merisi da Caravaggio, osservatela bene, poiché in alcuni casi potrete riconosce un macabro autoritratto dell’artista, che ha di sé l’immagine di un peccatore e di un vizioso e sente un senso di colpa tutto cattolico. 

È il caso del Davide e Golia, in cui l’artista raffigura sé stesso nei panni del gigante decapitato.


Caravaggio, La cattura di Cristo, 1602

Caravaggio, la cattura di Cristo, 1602
Caravaggio, la cattura di Cristo, 1602

Veniamo ora ad uno dei miei quadri preferiti al mondo, la Cattura di Cristo. In quest’opera, come in molte altre scene ispirate al Vangelo, possiamo trovare il nostro Caravaggio nei panni di uno degli osservatori dell’azione, in particolare nell’uomo sulla destra illuminato in volto, che regge la lampada.

Sono trascorsi quasi dieci anni dal Bacchino malato, ma non sembra anche a voi di riconoscere quel viso?


Caravaggio, David con la testa di Golia, 1609-10

Caravaggio, David con la testa di Golia, 1609-10
Caravaggio, David con la testa di Golia, 1609-10

Secondo Golia, secondo Caravaggio dipinto, come si può dedurre dalla somiglianza con gli altri autoritratti di Michelangelo Merisi.

Quello che vediamo è ormai un uomo adulto, con gli occhi cerchiati e la fronte corrucciata, ben lontano dal ragazzo del Concerto, tanto per fare un esempio. C’è qualcosa di profondo e triste nel suo volto e nella scelta di comparire con come testa mozzata e grondante sangue, non trovate anche voi?


Senza soffermarmi troppo sui particolari inquietanti di questi capolavori, direi che anche oggi siamo arrivati alla fine di una galleria di opere di Caravaggio che spero proprio abbiate apprezzato.

Per concludere in bellezza, vi lascio i dettagli ingranditi degli autoritratti che abbiamo osservato, per poter ricondurre le molte immagini ad un unico viso, riprodotto in circa quindici anni di vita.