Se c’è qualcosa su cui può puntare un Paese con poca storia come gli Stati Uniti del primo Ottocento, è sicuramente lo spazio vasto, selvaggio e incontaminato di cui dispone. Ed è proprio da qui che si parte per il viaggio verso l’indipendenza nel campo dell’arte, un percorso che che ha inizio poco sopra New York, nella terra che collega la città alle Cascate del Niagara. Non sono luoghi così remoti o distanti dalla civiltà, eppure in questi anni risultano ancora sconosciuti.
Sicuramente i tempi sono maturi per l’evoluzione della pittura paesaggistica, come ci racconta l’Europa nel fiore del Romanticismo: Friedrich in Germania esprime i colori e le suggestioni del Nord, mentre Turner in Inghilterra rivoluziona la pittura con le sue opere visionarie (su questo tema, ecco il link a un post che consiglio: Il mio amore per il romanticismo).
Gli Stati Uniti d’America poi sono all’inizio della loro carriera autonoma, quindi la natura, il loro punto di forza, viene in un certo senso anche utilizzata per mitizzare questa nuova terra così giovane da poter vantare poca storia.
Thomas Cole e la nascita della Hudson River School

Il pioniere di questo movimento artistico è Thomas Cole (1801–1848), inglese di nascita ed emigrato dalle parti di New York City.
Prima di morire tragicamente a quarantasette anni (un altro della folta schiera degli artisti morti troppo presto), riesce a creare qualcosa di grande, imbarcandosi a ventiquattro anni su un battello, pronto ad esplorare e a risalire l’Hudson River in quella stagione autunnale che colora i paesaggi di tonalità dorate e stupende.
La serie di quadri che produce in questo viaggio è sufficiente a regalargli la fama e a costruire intorno a lui un entourage di amici e in seguito di discepoli, destinato a chiamarsi Hudson River School.

Questi artisti inizialmente trovano l’ispirazione nella terra incontaminata americana, grandiosa e tranquilla, fondendo spirito d’avventura e interesse per l’esotico. Nei paesaggi la presenza umana, sempre minima, si inserisce con armonia e pace, regalando un’immagine decisamente lontana da quella che riportano i film sulla conquista del West.
Eppure l’ovest è destinato a diventare uno dei protagonisti della seconda fase della storia dell’Hudson River.
Frederic Edwin Church e gli artisti della seconda generazione

Negli ultimi decenni dell’Ottocento in effetti gli artisti dell’Hudson River School non si accontentano più del placido stato di New York, affiancando i pionieri nella conquista del Far West e spingendosi addirittura in Sud America.
Tra loro, Albert Bierstadt trova il successo proprio con le grandi tele dedicate ai paesaggi delle Montagne Rocciose realizzati quando, dalla fine degli anni cinquanta, comincia a esplorare l’ovest al seguito di una spedizione governativa. Nel 1863, in California, si innamora poi della Yosemite Valley, quella che viene definito da chi la scopre un vero paradiso terrestre.
Oltre a lui, altri artisti della Hudson River School che trovate nella galleria qui sotto sono Albert Bierstadt, Thomas Moran, J. F. Kinsett, Worthington Whittredge, M. J. Heade e S. R. Giffred.
L’ultimo, ma allo stesso tempo il più noto tra i discepoli di Thomas Cole, è Frederic Edwin Church (1826–1900, di cui ho parlato qui: Frederic E. Church: storia e opere di un artista romantico ed esploratore americano), artista appassionato di scienze e fenomeni naturali.
Nelle sue opere in effetti si riscontra sempre una sorta di curiosità che si unisce e va ad arricchire il gusto tardo romantico. La sua attenzione è rivolta ai vulcani, alle foreste sudamericane e, ovviamente, alla bellezza selvaggia delle cascate del Niagara.
Vorrei raccontare ancora qualcosa e mostrare altri quadri (per una volta vi posso annunciare con fierezza che sono quasi tutte fotografie scattate da me nei vari musei che ho girato negli USA), ma so che sono già stata parecchio prolissa quindi preferisco fermarmi qui. Vi piacciono queste opere? Le conoscevate già?
In ogni caso spero che la prima puntata in tema Esiste una vera “Arte americana”? vi abbia fatto venire voglia di scoprire il seguito, decisamente più vicino alle metropoli che alla natura.
Nel frattempo, se siete curiosi di approfondire, ecco il link all’interessantissima pagina che il Metropolitan Museum di New York dedica alla Hudson River School, tenendo conto che da lì ci si può collegare a molti altri saggi che non sono niente male: http://www.metmuseum.org/toah/hd/hurs/hd_hurs.htm