Da bravo architetto, cerco sempre di convincere il mondo sull’importanza di questa disciplina, perché sono assolutamente convinta che non venga studiata e apprezzata a sufficienza. Inoltre è quella più facile ed economica da scoprire, visto che è sempre in bella vista.
Quando si visitano le città l’architettura è sempre in mostra, anche se in genere le guide, tolti i grandi capolavori, non ci danno molto peso.
Tornando a noi, se l’altro giorno ho introdotto i tre divini criteri per giudicare gli edifici (ve li siete persi? Allora cliccate qui: La magia dell’architettura: i miei migliori motivi per camminare con il naso per aria), oggi cercherò di dimostrare il legame tra pittura, scultura e architettura nel corso dei secoli. Si tratta di una connessione che forse in certi casi è più sottile, ma che allo stesso tempo è determinante per arrivare veramente a cogliere l’anima di un’epoca e ad apprezzarne l’armonia.
Se poi si riflette, in passato tra queste arti il confine era decisamente più labile, basta pensare a quel genio di Michelangelo, che passava da dipingere la Cappella Sistina a scolpire il David a progettare niente meno che la Basilica di San Pietro a Roma!
Penso che non servano grandi parole per descrivere il senso di omogeneità a cui mi riferisco, quindi ho scelto di condividere con voi delle immagini a titolo di esempio che ritengo suggestive e davvero affascinanti.
Età romana imperiale

Per i Romani ogni forma d’arte si riconduce alle regole della geometria, della prospettiva, della simmetria e dell’equilibrio, che sono gli assoluti protagonisti delle opere.
Basso Medioevo

Quasi mille anni dopo, quello che conta è l’enfasi, l’emozione irrazionale di un mondo che ha dimenticato le regole della prospettiva e delle costruzioni classiche e che sta rinascendo dopo secoli difficilissimi.
Barocco

Nel Seicento quello che conta è essere monumentali, megalomani e assolutamente scenografici, quindi ecco che i materiali diventano ricchi e smodati e le linee movimentate ed accentuate.
Jugendstil

Ed ecco che alla fine dell’Ottocento si assiste al deciso rigetto delle forme eclettiche e neoclassiche, alla ricerca di nuovi riferimenti simbolici, spirituali e occulti.
Movimento moderno

Infine, dopo la prima guerra mondiale quello che conta è arrivare all’essenza delle cose, ricercando le linee essenziali. Paradossalmente, si torna alle origini classiche per quello che riguarda la purezza delle linee, l’importanza della geometria e della prospettiva.
Dopo questi esempi spero di essere riuscita a stimolare la vostra curiosità.
Avrei voluto dilungarmi maggiormente ma si sa, il tempo è tiranno, quindi lascio questi cinque magri esempio alla vostra fantasia, sperando che arriverete più lontano di quanto ho scritto io oggi. 😉