Se siete stati a Torino, sono pronta a scommettere che siete almeno passati davanti a Palazzo Madama. Fino a qui è facile da indovinare, visto che si trova nel bel mezzo di Piazza Castello, nel centro di quella che è la città storica. Quello che non saprei dire è se ci siete entrati, perché, anche se sicuramente sembra un monumento interessante, la sua storia millenaria è difficile da percepire e sicuramente (troppo) poco pubblicizzata.
Sarò la solita polemica che si lamenta che nel nostro Paese non viene dato abbastanza peso al patrimonio culturale, ma in queste righe vorrei spiegare la ragione per cui secondo me questo edificio è assolutamente unico e speciale (valore sentimentale a parte).
Per cominciare, vi invito a guardarlo nel suo insieme, con il suo bel parallelepipedo in marmo appiccicato alle torri, stagliato in mezzo alla piazza, che guarda da una parte via Po (l’antica strada che portava all’unico ponte sul Po nel raggio di chilometri) e dall’altra Porta Susa, il punto di partenza per la via che portava in Francia.
Non vi chiedete che cosa ci faccia proprio in questo punto centrale e strategico? La risposta è vecchia di duemila anni.
La porta decumana della Torino romana
Sembrerà strano da credere, ma Palazzo Madama inizia la sua carriera da come porta della città romana, in direzione del Po. Occorre precisare che le porte erano strutture imponenti, solitamente munite di torri difensive e di spazi interni con la funzione di dogana e di sosta. (Vi riesce difficile da immaginare? Se cliccate qui vedrete un altro esempio di porta romana, situata anch’essa a Torino, per azzardare un paragone).
Così, proprio come si vede in queste immagini, le torri e i muri perimetrali in laterizio sono niente meno che quelli romani.
Una curiosità? Se si entra al piano terreno, gli scavi archeologici, visibili grazie al pavimento in vetro, mostrano la strada romana e i resti delle antichissime mura.
Il Castello degli Acaja della Torino medievale
Come ho raccontato negli ultimi articoli (per chi se li è persi: Architettura e metamorfosi: quando le trasformazioni permettono di superare le crisi e Piazza Navona, ovvero quello che rimane dello Stadio di Domiziano), con il crollo dell’impero romano tutto cambia.
Nel periodo di forte crisi che si attraversa una struttura solida, imponente e ben protetta come quella delle porte non passa inosservata. In più, in questo caso si sta parlando di una posizione strategica per in commercio e per il controllo del territorio. Morale della favola: le antiche porte con qualche piccolo intervento si trasformano magicamente nel castello della famiglia che diventerà con qualche peripezia quella dei Savoia, padrona dell’intera città. Se si guardano i prospetti laterali di Palazzo Madama in effetti è impossibile non notare le bifore medievali che si aprono sui muri solidi, testimonianza di questa fase.
Il palazzo barocco nella capitale del Regno di Savoia
Fortunatamente anche il medioevo è destinato a finire, così per la sonnacchiosa Torino si apre un futuro un po’ più roseo, nelle mani di quei sovrani assoluti che si dimostrano i Savoia, intenzionati in tutto e per tutto a non sfigurare con le altre corti europee. Questo desiderio porta a una serie di opere megalomani destinate a rimanere incomplete, di cui prima o poi credo che parlerò. Anche il povero Palazzo Madama, sempre in posizione centralissima e sempre nella sua veste medievale, inizia ad accusare il peso degli anni, con la facciata austera e le anguste scalette a chiocciola che poco si prestano ad accogliere gli ambasciatori e galantuomini.
Siamo in piena età barocca, così si chiama Filippo Juvarra, l’archistar locale, a progettare una nuova pelle sui quattro lati e soprattutto una nuova facciata che si sostituisca alla precedente, con tanto di scalone di rappresentanza.
Il progetto, seppure completato su un solo lato, si rivela straordinario. Siete mai stati a vedere questo scalone? L’ingresso è libero, vi consiglio di farci un salto!
Non saprei come descrivere la luce pazzesca che filtra, e nemmeno la leggerezza di questo barocco che non ha nulla a che vedere con quello delle altre città italiane, quindi proseguirò il discorso rinnovando l’invito ad andarlo a vedere.
Il primo senato per un’Italia nuova di zecca
Quando poi i Savoia riescono nel loro intento di unire la nostra bella Italia, ecco che Torino è la prima capitale. In fretta e furia la città si attrezza per gestire ed ospitare tutte una serie di nuove funzioni, tra cui il parlamento, nella speranza utopica che il ruolo da capitale possa durare almeno per qualche decennio.
Ed ecco che l’aula del senato trova il suo spazio proprio in Palazzo Madama, nella sala a cui si accede dallo scalone, realizzata chiudendo quello che era il cortile dell’antico castello e prima ancora delle porte romane.
Spostata poi la capitale a Firenze e successivamente a Roma, ecco che si perde questa destinazione d’uso, così Palazzo Madama vive un periodo di confusione sino a quando, nel 1934, diventa la sede del Museo civico d’arte antica di Torino, che dura ancora oggi.
In conclusione, sto tornando a guardare le foto d’insieme del palazzo. Questo edificio è la prova che, quando ci si guarda intorno, bisogna sempre essere curiosi, così da poter indovinare pezzi di storia di un’intera città.
E’ vero che l’architettura tra le arti è quella a cui si presta meno attenzione, forse perché è sempre sotto i nostri occhi, ma è anche vero che proprio per questa ragione è quella che, se la si sa leggere, ha più storie da raccontare, incise sulla pietra e sui mattoni.