Isole Azzorre, dove esiste un faro che guarda soltanto le rocce

Una volta ho visto un faro che, anziché affacciarsi sull’oceano sterminato dritto e fiero come ci si aspetterebbe, indicava la terraferma a niente più che un promontorio di rocce vulcaniche e friabili.

Arianna Senore, Faial

Ero sulla isole Azzorre insieme al mio adorato compagno di viaggio, per la precisione ci trovavamo sull’estremo ovest dell’isola di Faial, proprio in mezzo all’Atlantico, a metà strada tra l’Europa e l’America, circondati dalla vegetazione tropicale e da un mondo assolutamente selvaggio.

Sulla punta del Capelhinos si erge quello che secondo me è un monito eterno dell’incredibile potere che la natura ha su noi umani che cerchiamo di addomesticarla. Il secolare faro che ha indicato il riparo sicuro e migliaia di pirati e viaggiatori è stato reso inutile circa cinquant’anni fa da un’eruzione vulcanica così forte da aggiungere un nuovo miglio quadrato all’isola, proprio davanti al monumentale edificio.

Da vedere è un vero spettacolo, con il promontorio ricoperto dai detriti anziché dalle onde. Si può camminare in questo paesaggio lunare sino a perdersi o finire a strapiombo sull’oceano, meravigliandosi per la bellezza aspra di come doveva essere il nostro pianeta al principio, prima della vegetazione e della formazione della crosta terrestre.


A volte però ripensare al faro del Capelinhos mi fa spaventare. Mi fa pensare che forse un giorno anche io sarò accecata dalle polveri esplosive di qualcosa di nuovo ed effimero, tanto da perdere la vista sull’oceano infinito, bellissimo e immutabile. E magari la causa non sarà un evento catastrofico, ma soltanto una qualche coltre di fumo inconsistente e insignificante.

Ma solitamente preferisco sorridere osservando le fantastiche pietre laviche pesantissime che mi sono portata a spalle da Faial fino a casa, insieme ad un germoglio di fucsia che  purtroppo non sono riuscita a trapiantare in Italia.