Come diceva Oscar Wilde, definire è limitare, ma cercherò di fare chiarezza, di porgere un filo affinché non ci si smarrisca nel labirinto.
La linea d’ombra è ciò che divide le fasi della vita, la bellezza dalla banalità, la poesia dallo squallore, la geometria dal caos e l’opera umana dalla natura, che poi se ne riappropria. Si tratta di un confine labile e confuso, di una linea sottile che non è una barriera ma una frontiera, che ci permette di vivere in bilico o di tuffarci in una direzione ben definita. Allo stesso tempo è lo spazio che separa me da voi che mi leggete, ed insieme è il filo che tiene uniti i vostri pensieri alle mie parole, che collega menti, persone e vite diverse, altrimenti destinate a rimanere estranee.
Infine, la Linea d’ombra è un progetto, il tentativo di rappresentare me stessa, il mondo che vedo e la mia percezione di esso attraverso l’inchiostro, la carta e i colori. è il desiderio di trasmettere un messaggio, di mostrare senza intermediari quello che per me è il significato della linea d’ombra e della vita stessa, fatta proprio di questi momenti.
Riconoscendo le orme di chi ci ha preceduto, si va avanti eccitati e divertiti, accogliendo insieme la buona e la cattiva sorte – le rose e le spine, come si suol dire – il variegato destino comune che ha in erba tante possibilità per chi le merita o, forse, per chi ha fortuna. Già, si va avanti. E il tempo, anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d’ombra che ci avvisa che la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro. Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti? Momenti di noia, ecco, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi.
Joseph Conrad, La linea d’ombra.