I morti si raccontano: Serepta Mason nell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

Lo scorso inverno avevo ripreso in mano la mia copia dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, una delle prime raccolte di poesie che ho letto, in cui l’autore ha dato voce alle lapidi dei morti del cimitero di un paese immaginario, ricreandone le vite e i pensieri. Ne avevo pubblicata qualcuna, finché non sono arrivate la primavera e l’estate e il mio umore è decisamente cambiato – ma ultimamente, data la vicinanza del Giorno dei morti e il ritorno dell’autunno, mi è tornata voglia di parlarne.

Perciò, ecco a voi una delle poesie che preferisco 😊

Edgar Lee Masters – Serepta Mason

 

 

 

Il fiore della mia vita avrebbe potuto sbocciare da ogni lato
se un vento crudele non avesse intristito i miei petali
dal lato di me che potevate vedere nel villaggio.
Dalla polvere io innalzo una voce di protesta:
voi non vedeste mai il mio lato in fiore!
Voi che vivete, siete davvero degli sciocchi,
voi che non conoscete le vie del vento
né le forze invisibili
che governano i processi della vita.

 

traduzione di Fernanda Pivano

Serepta Mason fondamentalmente si lamenta e rinfaccia ai suoi concittadini la loro incapacità – o mancanza di volontà – di vedere come lei era davvero. Forse si sono fermati all’apparenza, forse non l’hanno considerata, fatto sta che non hanno mai visto il suo lato in fiore.

Ma come non hanno saputo vedere la bellezza che c’era in lei, allo stesso modo non sono capaci di vedere la verità delle cose, motivo per cui lei, oltre a rimproverarli, in qualche modo li compatisce: sono solo degli sciocchi, non sanno nulla di ciò che davvero conta, mentre lei ora è oltre e conosce ogni cosa.

Io credo che in questo testo si possa leggere una condanna alla superficialità e allo stesso tempo una rivincita di Serepta Mason, che ne è stata vittima, ma ora vede e sa molto di più di quello che sanno e vedono i vivi, che sono stati miopi con lei e continuano ad esserlo nei confronti della vita.