La voce di George Gray: una poesia sul senso della vita e un invito a non vivere in modo passivo.
Edgar Lee Masters
La voce di Serepta Mason: una protesta contro la superficialità di chi non ha saputo vedere il suo lato in fiore.
La voce di William Goode: ‘tutto il mio errare era un errare a questo scopo’.
La voce di George Reece: ‘imparate a memoria qualche verso di verità o di bellezza’.
La voce di Lucinda Matlock: ‘ci vuole vita per amare la Vita.’
La voce di Willie Metcalf: ‘Non ho saputo mai se fossi parte della terra e i fiori crescessero in me, o camminassi – ora so.’
È possibile parlare di morti senza risultare lugubri? Ce lo dimostra Lee Masters coi suoi epitaffi immaginari, che raffigurano tutto un mondo.