Torino turistica: le meraviglie del nuovo/antico Museo Egizio

Premessa


Per iniziare, confesso di non essere affatto un’egittologa, quindi questo non sarà un articolo enciclopedico, ma piuttosto la recensione di una curiosissima amante dei musei che si avventura in questo mondo, popolato nella sua fantasia da mummie, scarabei, templi colossali e geroglifici in abbondanza.

Due parole sulla museografia: rischi e potenzialità


Sono stata spinta a visitare il nuovissimo allestimento del Museo Egizio di Torino (che in quanto a collezione è secondo soltanto a quello del Cairo), inaugurato il 1° aprile scorso, dopo iniziative pubblicitarie fortemente mediatiche che ho apprezzato molto e soprattutto che hanno alimentato moltissimo la mia proverbiale curiosità.

I lavori di rinnovamento museale sono spesso delicati e rischiosi, perché oggi ci si deve necessariamente porre molte domande: quale sarà il pubblico medio? Cosa vogliono o si aspettano di vedere i visitatori? In che misura si può rendere accattivante il patrimonio esposto senza finire per snaturarlo?

Non siamo più nell’Ottocento, quando i mecenati pubblici o privati aprivano le porte delle loro collezioni ad una cerchia strettissima di amatori sicuramente preparati ed interessati. Oggi nei musei ci si trova di fronte a tutta una serie di problematiche, a partire dall’accoglienza di gruppi di visitatori sempre più numerosi che necessitano di una bella serie di servizi accessori (bookshop, caffè, deposito bagagli, servizi igienici, grandi biglietterie…), fino a questioni concettuali, collegate appunto alla scelta di cosa mostrare e di come mostrarlo.

Il rischio delle operazioni di allestimento contemporaneo nei musei di questo genere è quello che il contenitore, le luci e l’atmosfera arrivino a fagocitare il contenuto, o per dirla in modo semplice, che ci si perda negli effetti da teatro e si esca senza avere imparato molto a causa delle distrazioni indotte dall’allestimento. Al contrario, un’esposizione tradizionale risulta noiosa e poco accattivante, quindi il visitatore si annoia e attraversa le sale senza che la sua curiosità venga smossa.

Ecco, nel corso della visita al Museo Egizio di Torino ho riscontrato una piacevole via di mezzo tra i due estremi che ha portato ad un percorso ben strutturato e coinvolgente, dove le didascalie sono equilibrate rispetto al materiale esposto. Per gli amanti del genere, l’audioguida è consegnata gratuitamente insieme al biglietto d’ingresso, quindi è molto difficile uscire senza conoscere cose nuove.

Ma in cosa consiste questo nuovo allestimento?


Il progetto del nuovo allestimento con l'ingresso sotterraneo sotto il cortile e la scala mobile che permette di organizzare il percorso.
Il progetto del nuovo allestimento con l’ingresso sotterraneo sotto il cortile interno e la scala mobile che permette di organizzare il percorso.

Innanzitutto, è stato creato uno spazio sotterraneo in corrispondenza del cortile interno per alloggiare i servizi accessori citati sopra in un ambiente su misura, poi ci si è concentrati nella creazione di un itinerario dall’alto verso il basso che guida il visitatore in ordine cronologico attraverso le principali fasi della civiltà egizia.

Ogni epoca ha le sue stanze dove sono ricostruite tombe a altri spazi così come sono stati scoperti dagli archeologi, utilizzando in alcuni casi anche il potente mezzo dei rendering tridimensionali per ricostruire sepolcri, affreschi e decorazioni. Si fornisce quindi un quadro completo non soltanto delle opere esposte ma anche delle campagne di ritrovamento, descrivendo ed evocando anche l’architettura delle tombe da cui proviene il materiale. Infine, quando ormai il visitatore ha sviluppato una certa conoscenza delle varie dinastie, delle influenze ellenistiche e romane, della valle delle regine e delle mummie, ecco che l’ultima sala abbandona il rigoroso intento didattico per stupire l’osservatore e risvegliare l’ammirazione per la grandezza della civiltà egizia. In una grande sala piuttosto buia e ricca di specchi, sono collocate divinamente imponenti statue di uomini, divinità e sfingi, illuminate in maniera sapiente e spettrale, così da impressionare ed alimentare quell’idea di lusso sfrenato che tutti associamo agli antichi egizi.

Per concludere, allego una serie di fotografie che secondo me rendono l’idea, un po’ scattate da me e un po’ trovate su internet, e consiglio a chi ne ha la possibilità di andare al museo egizio di Torino per trascorrere un pomeriggio diverso dagli altri, perdendosi nelle meraviglie di un popolo affascinante e misterioso, lontanissimo nella storia eppure in qualche modo vicino.