La triste storia di Ophelia rivive alla Tate Britain di Londra in uno dei dipinti più famosi della storia dell’arte. Il racconto di questa opera di John Everett Millais, pittore preraffaellita inglese dell’800 è alquanto curiosa, soprattutto per la modalità di lavoro dell’artista e per le sue conseguenze.
Il quadro si ispira al suicidio di Ophelia, personaggio dell’Amleto di William Shakespeare, morta annegata in un ruscello in seguito alla pazzia scatenata dai comportamenti di Amleto, il quale per perpetrare la sua vendetta nei confronti del re non esitò a insultare la sua amata Ophelia, rendendola poi orfana uccidendone il padre, il ciambellano Polonio.
L’opera, olio su tela e databile intorno 1851-1852, fu esposta nel 1852 alla Royal Academy di Londra, ma non riscosse subito il successo sperato, al contrario. Solo nel XX secolo Ophelia venne rivalutata e difesa da recensori e artisti, come anche Salvador Dalì.

Il dipinto e i suoi fiori
L’opera è celebre sia per i fiori associati ad essa, presenti nel dipinto, sia per la particolare storia di Elizabeth Siddal, la modella che posò per Millais. Nel quadro lei è distesa su un ruscello, con le mani aperte e con il corpo che sfiora la superficie dell’acqua. I fiori hanno un forte valore simbolico, in quanto ognuno di essi è legato all’Amleto di Shakespeare, specialmente alla figura triste di Ophelia.
La ghrilanda di violette al collo della ragazza, le margherite simbolo di purezza e innocenza, la lisimachia violacea, l’ortica che cresce al lato del salice piangente e che rappresenta il dolore della giovane, le rose che galleggiano, che simboleggiano la bellezza, i nontiscordardimé, che già con il loro nome fanno una chiara allusione, l’olmaria, la viola sul vestito di Ophelia, l’adonide, il papavero (simbolo di morte) e i ranuncoli bianchi, simbolo di superficialità.
Elizabeth Siddal nei panni di Ophelia
Elizabeth Siddal fu la modella che posò per John Everett Millais. Siddal fu una delle muse preferite dagli esponenti del preraffaellismo; futura moglie di Dante Gabriel Rossett, amico dell’artista, Elizabeth si immerse in una vasca da bagno riscaldata con delle candele per riprodurre la figura di Ophelia annegata.
Anche quando le candele si furono spente e l’acqua divenne fredda, la giovane rimase al suo posto, consentendo a Millais di finire il suo lavoro. Il risultato? Elizabeth contrasse una fortissima bronchite: Millais dovette risarcire il padre della ragazza con cinquanta sterline per pagare le spese mediche necessarie alla guarigione della figlia!
A proposito della Tate Britain
Situata a Millbank, tra Pimlico e Westminster, si tratta della galleria facente parte al complesso delle quattro Tate che si occupa dell’arte britannica. Dentro potrete trovare capolavori di William Turner, John Constable e William Blake. L’ingresso è gratuito, salvo le mostre stagionali. Il primo venerdì del mese l’orario di chiusura si protrarrà fino a tarda serata (l’orario abituale è 10:00-18:00) con ingressi ridotti, musica dal vivo e mostre speciali.