Gent e Van Eyck: il Polittico dell’Agnello Mistico e altre ragioni per visitare questa città delle Fiandre

A Gent mi sono persa all’interno di vie medievali che collegano dei veri tesori dell’architettura, ho respirato l’atmosfera di una città viva e vivace, mi sono infilata nella penombra di una cattedrale gotica spettacolare e ho trovato al suo interno il Polittico dell’Agnello Mistico dei fratelli Van Eyck, che da solo è bastato a lasciarmi senza parole.

Ecco, questa è l’estrema sintesi dell’esperienza organizzata per me e per altre sei fortunate da VISITFLANDERS, l’ente del Turismo delle Fiandre, nell’ambito dell’ambizioso progetto triennale Flemish Masters 2018-2020, di cui parlerò più diffusamente in seguito.

Ho scoperto una città in cui non ero mai stata e ho potuto ammirare dei capolavori della storia dell’arte, arrivando a capire meglio quella realtà unica al mondo che sono le Fiandre, caratterizzate da un presente vivace e soprattutto da un passato glorioso, che ha lasciato le sue tracce nelle architetture e nella pittura dei maestri fiamminghi. Senza farmi prendere dall’entusiasmo, cercherò di procedere con ordine.

I MIEI MIGLIORI MOTIVI PER VISITARE GENT (SE SIETE APPASSIONATI D’ARTE)

1. Il centro storico 

Gent_centro storico

Potrà sembrare scontato, ma la prima ragione per visitare Gent è la città stessa, sviluppata storicamente intorno alla confluenza dei fiumi Leie e Schelda e importantissima a partire dal Basso Medioevo, grazie alle manifatture tessili e alla fervente attività portuale. La sua fortuna è durata per molti secoli: basta pensare che nel XIV secolo aveva più di sessantamila abitanti e che, escludendo l’Italia, in Europa per popolazione era seconda solo a Parigi.

La testimonianza di questo passato è ovunque nella città storica, dove il tessuto urbano è rimasto quello antico e le architetture sono davvero interessanti. Gent è rimasta ancora oggi una città vivace e attiva, dove si possono rimirare anche le tracce dei secoli seguenti, quasi sempre integrate in maniera armoniosa con l’insieme.

Tra tutto, io ho preferito la fase di fine Ottocento e inizio Novecento, caratterizzata da un liberty incrociato con un gusto eclettico e simbolo di una grande ricchezza nel periodo di sviluppo industriale.

Tornando alle mete da non dimenticare, vi posso suggerire di non trascurare il Castello dei Conti di Fiandra, davvero suggestivo, la Cattedrale di San Bavone (che tra l’altro ospita il Polittico dell’Agnello Mistico dei fratelli Hubert e Jan Van Eyck) e infine il Beffroi, o torre campanaria, dalla cui sommità si può godere di una bellissima vista sulla città.


2. Il clima studentesco e la vivacità culturale

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Un fattore non trascurabile che anima Gent è la presenza di un’importante università che attrae in città circa settantamila studenti, che costituiscono poco meno di un terzo degli abitanti e che nelle giornate di sole (come quelle che ho vissuto io) invadono spontaneamente gli spazi pubblici del centro.

Oltre alla loro presenza fisica, garantiscono alla città una vocazione culturale che si manifesta nel ruolo centrale che hanno qui i teatri e l’opera, oltre ai numerosi eventi che si susseguono durante l’anno.

Non saprei spiegarvelo meglio e purtroppo le fotografie non rendono l’idea, però vi posso garantire che quest’atmosfera è davvero tangibile.


3. Il Museo di Belle Arti (MSK)

Gent_MSK 2

Come sapete, per me è sempre fondamentale conoscere un luogo anche attraverso le opere d’arte che lì hanno visto la luce e che lì sono diventate un’ispirazione per le generazioni successive.

Se poi siamo nelle Fiandre, diventa quasi una tappa obbligata la visita all’MSK, il Museo di Belle Arti di Gent, che accoglie alcune importanti opere dei Maestri Fiamminghi, famosi in tutto il mondo.

In questo tempio dedicato all’arte ho potuto vedere opere di Hieronymus Bosch e di Peter Paul Rubens, ma quello che mi ha colpito di più è stato il laboratorio di restauro, visibile attraverso un’ampia vetrata, dove si poteva assistere in diretta al lavoro dei restauratori che operavano sui cinque pannelli inferiori del Polittico dell’Agnello Mistico dei fratelli Van Eyck (quelli che sono visibili quand’è aperto, come spiegherò meglio in seguito). È stata un’emozione, non lo nego, ma aspetto il prossimo paragrafo per parlarne 😉


4. Il Polittico dell’Agnello Mistico di Hubert e Jan Van Eyck

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Polittico dell’Agnello Mistico, particolare del volto della Vergine Maria

Ultimo ma non per importanza, viene finalmente il turno del Polittico dell’Agnello Mistico di Hubert e Jan Van Eyck (anche noto come Polittico di Gand), un indiscusso capolavoro unico al mondo, tanto bello quanto difficile da descrivere. Procederò quindi per punti, sperando di non risultare caotica.

Collocazione e storia dell’opera

Come ho anticipato, il Polittico oggi si trova all’interno della Cattedrale di San Bavone, protetto da una vetrata e situato in una cappella laterale. Ogni giorno a mezzogiorno viene chiuso, pertanto conviene arrivare lì poco prima se lo si vuole vedere anche aperto. Fino al 2020, data della fine dei restauri, alcuni pannelli saranno in restauro, così nella cattedrale saranno visibili delle copie.

La sua storia è stata piuttosto travagliata: il fatto che oggi si trovi nella sua posizione originale e che sia tutto intero infatti è quasi un miracolo. Per iniziare, nel 1781 le tavole di Adamo ed Eva, giudicate troppo conturbanti, furono spostate (per fortuna solo in sacrestia) e sostituite da due copie vestite di pelli. Nel 1816 invece i pannelli laterali vennero comprati da un privato e poi ceduti all’Altes Museum di Berlino, per poi essere restituiti come risarcimento di guerra al termine della prima guerra mondiale.

Nel 1934 fu invece rubato il pannello rappresentante I giudici integri: non è mai stato ritrovato e al suo posto oggi si può vedere una copia. Infine, durante la seconda guerra mondiale l’intero Polittico dell’Agnello Mistico fu sequestrato dai nazisti (che lo immaginavano nel futuro museo di Linz sognato da Hitler) e tenuto nascosto in una miniera di sale. Fortunatamente fu ritrovato dai Monuments Men (di cui avevo parlato qui), protagonisti anche dell’adattamento cinematografico di George Clooney, e poi riportato a Gent.

Breve descrizione del Polittico

Il Polittico è una pala d’altare composta da dodici pannelli in legno di quercia dipinti ad olio visibili quando è aperta, e da altri otto visibili quando è chiusa.

Da chiuso, nel registro inferiore si possono ammirare i ritratti dei committenti (colorati), siti ai lati delle statue viventi di San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista, dipinte in grisaille (senza colori), mentre superiormente ha luogo una bellissima rappresentazione dell’Annunciazione.

Una volta aperto, il Polittico mantiene la suddivisione in due ordini. Quello inferiore è dominato dalla grande scena dell’Adorazione dell’Agnello Mistico, sita al centro e circondata a sinistra dai pannelli dedicati ai Buoni Giudici e ai Cavalieri di Cristo, e a destra da quelli dedicati agli Eremiti e ai Pellegrini. L’ordine superiore invece presenta al centro la rappresentazione di Dio Padre, della Vergine Maria e di San Giovanni Battista, circondati a sinistra dagli Angeli cantori e a destra da quelli musicanti. Infine, Adamo ed Eva, opposti, chiudono la composizione nell’ombra delle due nicchie in cui sembrano rinchiusi.

Hubert e Jan Van Eyck

Gli autori di questo Polittico sono il celebre Jan Van Eyck (1390 circa – 1441), considerato uno dei maggiori artisti fiamminghi e il perfezionatore della tecnica di pittura ad olio, e il fratello maggiore Hubert (1366 circa – 1426), morto prima del suo completamento, di cui si hanno pochissime tracce e di cui non si conoscono altre opere.

Quello che sappiamo è scritto proprio nella cornice del Polittico, dove si leggono le seguenti parole: Il pittore Hubert van Eyck, di cui non si è mai trovato maggiore, iniziò questo lavoro, e il fratello Jan, secondo nell’arte, lo portò a compimento, su incarico di Josse Vijd, che il sei maggio lo affidò alle vostre cure.

Il restauro del Polittico

Dopo averlo descritto brevemente in maniera oggettiva, posso finalmente dirvi la mia opinione: personalmente, ho trovato il Polittico dell’Agnello Mistico un’opera straordinaria sia dal punto di vista emotivo sia da quello tecnico.

Jan Van Eyck, Polittico dell'Agnello mistico, Adamo, 1432
Jan Van Eyck, Polittico dell’Agnello mistico, particolare del volto di Adamo, 1432

Si tratta di dipinti che, in particolare se visti dal vero, danno i brividi per la profondità dei volumi (penso ad esempio alle statue viventi) e per la verosimiglianza dei dettagli (che fanno sembrare Eva e soprattutto Adamo fatti di carne e ossa). Oltre a questo, la plasticità, la prospettiva e le velature dei paesaggi ci fanno capire quanto i Van Eyck siano stati i rivoluzionari iniziatori di un nuovo tipo di pittura, innovativa e destinata ad influenzare le generazioni future.

Ho capito quanto vi sto raccontando grazie ad un’illuminante visita all’MSK, dove, come anticipato, si possono vedere i restauratori all’opera sul Polittico e sono condivise le scoperte che stanno facendo (se vi interessa, questa è la pagina del museo dedicata al restauro).

I lavori di restauro sono infatti iniziati nel 2012 e, procedendo pannello per pannello, saranno ultimati nel 2020. Il lavoro è enorme e ricco di soddisfazioni, dal momento che i pannelli nel corso dei secoli sono stati ridipinti con alcune differenze per circa il 70% della superficie: i nuovi livelli saranno in molti casi rimossi, in modo da ricreare l’immagine fedele dei dipinti, così come pensati dai fratelli Van Eyck.

Hubert e Jan Van Eyck, Polittico dell'Agnello Mistico, Annunciazione
Hubert e Jan Van Eyck, Polittico dell’Agnello Mistico, Annunciazione – prima dei restauri (a sinistra), durante (in centro) e dopo (destra)

Per chi fosse curioso, esiste un bellissimo sito internet dove si possono vedere tutti i pannelli, anche ad altissima risoluzione, con tanto di immagine prima, durante e dopo i restauri. L’immagine che trovate qui sopra è stata presa da lì, mentre il link per esplorarlo direttamente è questo.

Il progetto Flemish Masters 2018-2020

Se già questi restauri ci sembrano qualcosa di grande, dovete sapere che costituiscono solo una parte di quello che è l’ambizioso progetto Flemish Masters 2018-2020, un programma di eventi e mostre collegate ogni anno ad una città e ad un artista fiammingo diverso.

Il 2018 è l’anno di Anversa ed è dedicato a Rubens, con la rassegna “Anversa Barocca 2018. Rubens Inspires”, mentre il 2019 sarà concentrato su Bruegel e si svolgerà a Bruxelles e dintorni (Pajottenland) e in parte ad Anversa. Infine, il 2020 sarà l’anno di Jan Van Eyck e Gent sarà la città protagonista, in occasione della conclusione del restauro del Polittico dell’Agnello Mistico (che troverà una nuova collocazione nella cattedrale di San Bavone) e di una grande mostra che sarà organizzata su questo artista (di cui per ora non so molto).


Allora, dopo tutte queste ragioni per visitare Gent e per scoprire il Polittico dell’Agnello Mistico, non vi è venuta una certa voglia di partire ed esplorare le Fiandre? 😊