Fortunato chi trova un Caravaggio in soffitta

Ci credete? Da qualche parte per Tolosa c’è una perdita d’acqua in un sottotetto e quello che salta fuori è un (presunto) Caravaggio nascosto in un’intercapedine della soffitta!

I fatti sono del 2014, ma è solo ieri che il dipinto, una seconda versione di Giuditta e Oloferne, è stato presentato ufficialmente, con tanto di critici che ne hanno sostenuto l’autenticità e stimato il valore a circa 120 milioni di euro. Ora gli studiosi hanno un limite di circa trenta mesi per studiarlo in maniera più accurata, dopodiché sarà possibile venderlo. E tra gli interessati spicca già il museo del Louvre, cosa che personalmente gradisco molto: meglio un’istituzione culturale che possiede altri tre dipinti di Michelangelo Merisi che qualche odioso riccone che lo vuole solo per il prestigio.


In ogni caso non sono qui per parlarvi dei fatti, che si possono leggere un po’ ovunque sul web, ma per confessare che questa scoperta mi ha molto emozionato, così tanto da interrompere questo periodo di silenzio stampa causato dai troppi impegni.

Non saprei spiegare il motivo, ma è da ieri mattina che se penso a questo nuovo quadro mi vengono i brividi. Ovviamente la prima ragione è che sono un grandissima ammiratrice di Caravaggio, come forse alcuni di voi sapranno già. La seconda causa credo sia la curiosità.

Sono stata curiosa per tutto il giorno di vedere le immagini da vicino, sono curiosa della storia del ritrovamento e vorrei essere in grado di capire se è autentico oppure si tratta di una burla. Le opinioni degli studiosi e dei meno studiosi si sono scatenate in questi giorni, così anche io mi sento autorizzata a dire la mia, un punto di vista che forse più che tutto si basa sull’istinto.

Per prima cosa, i fatti. L’esistenza di questa tela finora sconosciuta è in un certo senso provata dalla presenza di un dipinto di un suo emulatore, un tale Louis Finson, che nei primi anni del Seicento si dilettava a copiare Caravaggio ed era stato in Italia. Se si comparano i due lavori, è facile immaginare come l’opera ritrovata sia stata di ispirazione per la seconda.

Un ulteriore confronto deve essere fatto con l’altra Giuditta di Caravaggio, un capolavoro che probabilmente tutti avrete in mente ma che in ogni caso riporto qui in basso.

Caravaggio_-_Giuditta_che_taglia_la_testa_a_Oloferne_(1598-1599).jpg
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Giuditta che taglia la testa a Oloferne.

Che cosa vi colpisce? Per prima cosa io noto le somiglianze, il drappeggio in alto, l’orecchino di Giuditta e la scelta dei personaggi.

Eppure quelle che saltano maggiormente agli occhi sono le differenze. Mi sembra di vedere le stesse diversità che ci sono nelle due versioni della Cena in Emmaus (che più o meno corrisponderebbero cronologicamente alle due Giuditte), dove si ha la prova di come pochi anni possano avere cambiato la pittura.

Caravaggio_-_Cena_in_Emmaus.jpg
Michelangelo Merisi da Caravaggio, le due versioni de “La cena in Emmaus”.

In entrambi i casi abbiamo una seconda opera più minimalista, essenziale, cupa e riflessiva della prima. Vengono abbandonate le luci forti in favore di una penombra, così come i personaggi non sono più attori ma veri e propri uomini con un’interiorità più profonda.

Purtroppocaravaggio-giuditta-oloferne-ritrovato-tolosa3 non ho le competenze per esprimere un’opinione scientifica a proposito dell’autenticità di questa scoperta, ma quello che posso dire è che l’atmosfera magica di della scena rende il dipinto opera di un grande artista.

Forse è stato Caravaggio o forse un suo emulatore molto in gamba, ma io nel volto di Giuditta vedo ancora i tratti della modella preferita di Michelangelo Merisi, una bellezza ormai appesantita da qualche anno in più, dalla solennità del momento e forse da qualche altro particolare più personale che non sapremo mai. Ed è proprio questo ritratto che mi commuove e soprattutto mi convince, nonostante l’apparente singolarità.
Ci vuole coraggio a rendere in questa forma l’eroina biblica, trasformata da una giovane regina vittoriosa a una pensosa donna matura vestita a lutto, e devo dire che il coraggio a Caravaggio non credo sia mai mancato. Basta in questo senso vedere la sua versione de La Morte della Vergine, al tempo considerata scandolosa perché ispirata da un vero cadavere affogato che l’artista aveva visto!


Detto questo, preferisco fermarmi per non esagerare nelle congetture, lasciando spazio anche a qualcun altro. Sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi! 

In basso allego anche il link all’articolo di Le Monde relativo a questa scoperta, che per me è stata la lettura più approfondita sull’argomento, insieme a un video che permette di scorgere qualche dettaglio in più!

http://www.lemonde.fr/arts/article/2016/04/12/un-caravage-a-t-il-ete-decouvert-dans-un-grenier-en-france_4900222_1655012.html