Degas e le sue ballerine: la suprema bellezza dell’imperfezione

Un incanto pittorico. È così che potrebbe essere definita l’intera opera di Edgar Degas, il pittore francese più realista tra gli impressionisti. O meglio, il pittore francese meno impressionista tra gli impressionisti.

Proprio così, Degas è stato un impressionista sui generis. La sua adesione ai principi cardine del movimento pittorico di fine Ottocento non fu piena e totale. Questo però non impedì ai suoi quadri di essere esposti accanto a quelli di Renoir e Pisarro, nello studio di Nadar, nella primavera del 1874, quando quei pittori furono chiamati, per la prima volta, Impressionnistes.

Lo studio, l’analisi quasi manichea, l’impronta rilevante data al disegno e la diffidenza con cui Degas guardava alla pittura en plein air, poco avevano a che vedere con l’immediatezza e l’istantaneità con cui nascevano i quadri di Monet o Cézanne, per fare degli esempi.

Arte come vita

L’educazione artistica di Degas aveva radici ben profonde nella classicità, ispirato dagli ideali neoclassici dei dipinti esposti al Louvre e dall’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi. L’artista, di nobili origini, interruppe la raffigurazione di soggetti storici e letterari solo nel 1862, dopo aver conosciuto Manet e la sua scandalosa Déjeuner sur l’herbe.

L’arte ci salva dalla volgarità, dalla banalità, dalla grossolanità, dalla trivialità, dall’indegnità; civilizza, urbanizza, educa, nobilita.

Edgar Degas

La prima tela che Degas dipinse lontano dalle influenze classiche, tra il 1867 e il 1868, fu Ritratto di Mademoiselle E. F…; a proposito del balletto “La Source”. Il tema del balletto infatti era il connubio perfetto tra gli argomenti storici – cari al giovane Degas – e quelli contemporanei – cari alla Parigi bohémien di quegli anni. I due temi – storico e contemporaneo – potevano serenamente coesistere sulla tela, grazie alla finzione scenica.

Lo spettacolo dell’umana mondanità si trasforma in opera d’arte

In seguito, le rappresentazioni teatrali, le corse dei cavalli e i caffè parigini divennero i luoghi preferiti dall’artista, che vagava alla ricerca incessante della verità.

Le prime ballerine dipinte dal giovane Degas comparvero tra i colori pastello di una tela del 1868, dal titolo L’Orchestra dell’Opèra. Qui si intravedono, in terzo piano, i corpi senza teste delle ballerine, di cui appaiono le gambe affusolate, concitate nel ballo, e l’ebrezza frivola dei tutù rosa e azzurri, in contrasto con il legno scuro del palco.

Inizialmente, lo studio dei balletti e delle giovani ragazze volteggianti erano un modo per ridurre la realtà a puro momento estetico ma, alla fine degli anni ottanta, l’indagine del pittore si fece più profonda.

Le ballerine, raccontava lui stesso, divennero un pretesto per studiare il problema del movimento. Nel dietro le quinte, durante le fasi preparatorie dello spettacolo, il pittore indagava la gestualità dei corpi, sorpresi nei movimenti quotidiani.

Cercava di catturare, come in un fermo immagine, il momento esatto in cui gli arti, rilassati, assumevano posizioni disarmoniche. Lo stesso valeva per i volti delle fanciulle, colti in smorfie insolite. Nell’osservazione impietosa di pose imperfette e inusuali, l’artista dissacrava le grazie e l’armonia di un’estetica classica, tutta femminile.

La sua pittura divenne così un tentativo di avvilire, di denudare le miserie dei corpi, di dare loro materia, che poi il pittore avvolgeva in vortici di tulle.

…in un flusso avvolgente e piumoso delle masse, impastate nello spazio luminoso…

Huysmans

Armonia e disarmonia andavano in scena sulla stessa tela. Trasparenze, bianchi, colori leggiadri delle organze indagavano pose che nessun pittore aveva mai reso prima. I suoi dipinti rappresentavano la gracile dolcezza di un mondo femminile silenzioso, costruito su accortezze e gesti taciturni.

Nella goffaggine, nella spontaneità, Degas raccontava una nuova bellezza.