Un viaggio nell’Astrattismo: cosa racconta l’opera “Alcuni cerchi” di Kandinsky?

Alcuni cerchi è sicuramente una delle opere più note di Vassily Kandinsky, la riproduzione che non manca mai né nelle monografie né nei libri di scuola, il quadro che, sebbene rappresenti un unicum nella sua produzione, definisce benissimo la sua visione dell’arte e in particolare dell’Astrattismo.

Ma, guardandolo bene, riusciamo a capire cosa lo rende così speciale ed importante? L’obiettivo di questo post è proprio quello di cercare una risposta per questa domanda tutt’altro che semplice.

Alcuni cerchi di Vassily Kandinsky, analisi dell’opera

Vassily Kandinsky Alcuni cerchi opera
Vassily Kandinsky, Alcuni cerchi, 1926

Per prima cosa, dobbiamo tener conto del contesto storico: siamo nel 1926 e Vassily Kandinsky (di cui trovate una breve biografia al fondo del post) è un artista affermato e già sessantenne che in questo periodo continua la sua ricerca insegnando presso il Bauhaus di Dessau, la più grande scuola d’arte del tempo (di cui ho parlato qui: Bauhaus: geometria, semplicità e purezza. I pilastri di una nuova architettura).

Siamo quindi in una fase matura del suo Astrattismo, deriva che Kandinsky prende a partire dagli anni Dieci del Novecento e che non smette mai di approfondire.

Conservato al museo Solomon R. Guggenheim di New York, Alcuni cerchi è in primo luogo uno studio sulle forme e sui colori, in cui una serie di cerchi di varie dimensioni si staglia su uno sfondo scuro, quasi nero. Guardandolo bene, si ha come l’impressione di smarrirsi in una visione fatta di corpi celesti, raggruppati intorno a quello che potrebbe essere un’eclisse quasi centrale, con la sua aura luminosa.

Al di là della composizione, quella che è interessante è l’interpretazione di quest’opera.

Ad esempio, il cerchio, protagonista del dipinto, è una forma geometrica che affascina moltissimo Vassily Kandinsky e che viene visto come un simbolo del cosmo e del divino. Siamo negli anni del Bauhaus in Germania e del Suprematismo in Russia, da lui conosciuto durante la sua permanenza a Mosca dopo la prima guerra mondiale, quindi l’Astrattismo in questo caso è improntato sulle sagome e sulle forme disposte in equilibrio, con l’intento di raggiungere un’armonia piuttosto che di evocare qualcosa del mondo reale. 

Armonia e perfezione in un assemblaggio di cerchi, come racconta lo stesso Kandinsky in queste parole che credo possano essere la migliore conclusione dell’articolo di oggi:

Il cerchio è la sintesi delle più grandi opposizioni. Combina il concentrico e l’eccentrico in un’unica forma e in equilibrio. Delle tre forme primarie, indica più chiaramente la quarta dimensione.

Chi è Vassily Kandinsky (1866-1944)?

Vassily Kandinsky nasce a Mosca e nella sua infanzia vive tra Monaco di Baviera e Odessa, dove prende le prime lezioni di disegno, dopo essersi innamorato di Venezia in un viaggio. Studia legge all’università di Mosca e nel 1896 rifiuta il ruolo di professore universitario a Dorpat per dedicarsi allo studio dell’arte a Monaco, dove il suo insegnante è Franz von Stuck.

Trascorre questi anni immerso nel fervore creativo ed intellettuale e nel 1911 fonda insieme a Franz Marc il Cavaliere Azzurro, la cui prima esposizione ha luogo nel 1912: è in questo stesso periodo che si compie il salto verso l’Astrattismo. Fino al 1921, la sua vita è tra Mosca e molte altre nazioni europee, come Germania, Svizzera, Svezia e Finlandia. Nel 1917 sposa Nina Andreevsky, figlia di un generale e nello stesso anno nasce il figlio Volodia, che morirà nel 1920.

Walter Gropius lo chiama ad insegnare al Bauhaus e Vassily Kandinsky resterà nella scuola, tra Weimar, Dessau e Berlino, fino al 1933, quando l’avvento del nazismo metterà al bando l’arte libera e “degenerata”. Questi anni sono però fondamentali: l’esperienza dell’insegnamento si rivela molto importante per lui e l’amicizia con Paul Klee è uno stimolo anche per la sua ricerca. (Sul Bauhaus, ecco un approfondimento per i curiosi: Geometria, semplicità e purezza: i pilastri di una nuova modernità)

Abbandonata la Germania, si trasferisce a Neuilly-sur-Seine, un sobborgo di Parigi, dove trascorre gli ultimi anni di vita.