‘Le porte del mondo son chiuse’: una poesia di Sandro Penna

Nonostante la primavera e la quasi inevitabile allegria che porta con sé, oggi vi propongo una poesia sulla solitudine, che quindi proprio allegra non è, ma a me piace.

Sandro Penna, Le porte del mondo non sanno

 

Le porte del mondo non sanno
che fuori la pioggia le cerca.
Le cerca. Le cerca. Paziente
si perde, ritorna. La luce
non sa della pioggia. La pioggia
non sa della luce. Le porte,
le porte del mondo son chiuse:
serrate alla pioggia,
serrate alla luce.
Vincent Van Gogh, Campo di grano sotto la pioggia
Vincent Van Gogh, Campo di grano sotto la pioggia, 1889

Io trovo che questo testo descriva benissimo la condizione esistenziale di chi, per una ragione o per l’altra, si chiude fuori dal mondo. Nel caso di Sandro Penna, poeta dalla vita non facile, l’isolamento è probabilmente dovuto al suo carattere, che lo porta a vivere abbastanza sulle sue, e forse è anche conseguenza della sua omosessualità dichiarata, che attira su di lui alcune critiche.

Comunque sia, indipendentemente dal contesto, a me questa poesia piace perché mi dà l’idea dell’incomunicabilità tra i diversi aspetti del mondo e della vita – qui sono la pioggia e la luce, ma potrebbe essere tanto altro – e anche, certe volte, tra una persona e il mondo che la circonda. Non il concetto più felice del mondo, ma a volte nella vita c’è anche questo 😬

E poi io trovo confortante l’idea che la pioggia – e tutto quello che metaforicamente può rappresentare – continui a provarci: mi dà un po’ l’impressione della natura che, in modo cieco ma ostinato e inarrestabile, continua ad opporre le sue forze alle nostre, senza un piano, così come in fondo non ce l’abbiamo noi (inteso come umanità in generale). Nessuno ascolta veramente nessuno, ma in qualche modo si va avanti.