I morti si raccontano: l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters

È possibile parlare di morti senza risultare lugubri? Questa è un’associazione quasi immediata e di per sé è anche naturale: se si parla di morti o si è tristi perché si è stati colpiti in prima persona da un lutto, oppure generalmente in letteratura chi scrive sulla morte ha quantomeno un’inclinazione per il tetro. C’è però una bella eccezione: l’Antologia di Spoon River, una raccolta del poeta americano Edgar Lee Masters, la cui versione definitiva è stata pubblicata nel 1916.

Lee Masters ha avuto un bel po’ di fantasia e ha deciso di scrivere gli epitaffi di 248 abitanti di un villaggio americano immaginario, ispirandosi però in parte alle vite degli abitanti di due paesi reali – i quali paeraltro reagirono con somma indignazione alla messa in piazza di tutti i loro fatti più privati.

Le poesie di Lee Masters raccontano l’umanità nella sua forma più varia. Sono tanti e diversissimi i personaggi a cui ha dato voce, accomunati da un’unica cosa: sono tutti morti e tutti, in prima persona, raccontano della loro vita e dei loro pensieri, senza più la minima preoccupazione per il giudizio di nessuno.

Io sono particolarmente affezionata a questa raccolta perché è uno dei primi libri di poesia che ho comprato nella mia vita, e anche perché è ad esso che si è ispirato Fabrizio De André per scrivere i testi di Non al denaro non all’amore né al cielo, uno dei dischi che quand’ero al liceo ho ascoltato e amato di più.

Siccome esaurire l’argomento in un post è impossibile, ogni tanto mi piacerebbe proporvi una delle poesie dell’antologia, per cui se il tema vi interessa preparatevi perché ogni tanto ascolteremo un po’ anche la voce dei morti 😉

Lee Masters ha scritto tutte le poesie in prima persona, immaginando appunto di dare voce al personaggio in questione, tranne che in un caso: la prima poesia, che vi riporto di seguito, è una sorta di introduzione e descrive la collina dove riposano tutti i protagonisti del libro.

Edgar Lee Masters – La collina

 

 

Dove sono Elmer, Herman, Bert, Tom e Charley,
l’abulico, l’atletico, il buffone, l’ubriacone, il rissoso?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

 

Uno trapassò in una febbre,
uno fu arso nella miniera,
uno fu ucciso in rissa,
uno morì in prigione,
uno cadde da un ponte lavorando per i suoi cari –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

 

Dove sono Ella, Kate, Mag, Edith e Lizzie,
la tenera, la semplice, la vociona, l’orgogliosa, la felice?
Tutte, tutte, dormono sulla collina.

 

Una morì di un parto illecito,
una di amore contrastato,
una sotto le mani di un bruto in un bordello,
una di orgoglio spezzato, mentre anelava al suo ideale,
una inseguendo la vita, lontano, in Londra e Parigi,
ma fu riportata nel piccolo spazio con Ella, con Kate, con Mag –
tutt, tutte dormono, dormono, dormono sulla collina.

 

Dove sono zio Isaac e la zia Emily,
e il vecchio Towny Kincaid e Sevigne Houghton,
e il maggiore Walker che aveva conosciuto
uomini venerabili della Rivoluzione?
Tutti, tutti, dormono sulla collina.

 

Li riportarono, figlioli morti, dalla guerra,
e figlie infrante dalla vita,
e i loro bimbi orfani, piangenti –
tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.

 

Dov’è quel vecchio suonatore Jones
che giocò con la vita per tutti i novant’anni,
fronteggiando il nevischio a petto nudo,
bevendo, facendo chiasso, non pensando né a moglie né a parenti,
né al denaro, né all’amore, né al cielo?
Eccolo! Ciancia delle fritture di tanti anni fa,
delle corse di tanti anni fa nel Boschetto di Clary,
di ciò che Abe Lincoln
disse una volta a Springfield.

 

traduzione di Fernanda Pivano

Chiunque sia familiare con il disco di De André avrà sicuramente riconosciuto queste parole, perché questa poesia è alla base della canzone di apertura di Non al denaro non all’amore né al cielo, che trovate di seguito.

La collina non è sicuramente la poesia più rappresentativa dell’antologia, ma è una perfetta introduzione per quello che segue. Che dire, spero di avervi incuriositi un po’ e che rimaniate con noi per le prossime poesie 🙂