I grandi artisti e la neve: 5 quadri per omaggiare la protagonista dell’inverno

Se la neve è contraddistinta dal colore bianco, allora perché i migliori artisti per celebrarla spesso si ritrovano ad utilizzare gran parte della loro tavolozza?

Questa domanda mi ha sempre affascinato, così come mi hanno sempre incuriosito gli esiti della ricerca dei pittori che, in periodi diversi, hanno realizzato dei capolavori a tema nevoso. Così, in tema con queste giornate tipicamente invernali, oggi condivido con voi cinque interpretazioni che trovo davvero belle e interessanti.

#1 Pieter Bruegel il Vecchio, Paesaggio invernale con pattinatori e trappola

Pieter Bruegel il Vecchio, Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli, 1565
Pieter Bruegel il Vecchio, Paesaggio invernale con pattinatori e trappola per uccelli, 1565

Per parlare di neve nell’arte mi sono necessariamente spinta a nord, in quelle zone dove il freddo è di casa, e per la precisione ho scelto di iniziare con un celeberrimo quadro di Pieter Bruegel il Vecchio, replicato in seguito da molti altri fiamminghi.

Si tratta di una scena invernale contraddistinta da una forte vitalità, caratterizzata dalla presenza di spensierati pattinatori sul ghiaccio, a sinistra, e di una trappola per uccelli con animali seminascosti tra i rami spogli, sulla destra. Si coglie un certo contrasto ed insieme una possibile velata allegoria, ma quello che mi ha sempre colpito è l’immagine di un inverno in cui la neve e il ghiaccio costituiscono la quotidianità.

(Per chi fosse interessato a leggere altro su Bruegel, ecco il link a due articoli dedicati a questo artista: La Torre di Babele di Bruegel il Vecchio: quando paesaggio e architettura compongono un capolavoro e La Caduta degli angeli ribelli di Bruegel il Vecchio: come interpretare questo capolavoro fiammingo complesso e affascinante?)

#2 Caspar David Friedrich, Capanno coperto di neve

Caspar David Friedrich, Capanno coperto di neve,1827Caspar David Friedrich, Capanno coperto di neve,1827
Caspar David Friedrich, Capanno coperto di neve, 1827

Con Caspar David Friedrich la natura assume sempre proporzioni monumentali. Siamo in pieno romanticismo ma in questo caso il paesaggio nevoso è l’unico protagonista, senza presenza umana oppure giochi di luce che distraggano lo spettatore.

Il quadro è volutamente monocromatico, o quasi, come a descrivere quei giorni in cui il sole non si alza e si rimane imprigionati in una luce fredda e grigiastra. L’unica nota colorata è il piccolo arbusto situato vicino alla porta del capanno, che con le sue foglie rosse diventa un punto focale della composizione.

Come ormai forse sapete io sono una grande ammiratrice dei paesaggi di Friedrich, ed effettivamente anche in questo caso mi piacciono moltissimo i rami degli alberi in alto e quel geniale tocco di rosso di cui ho parlato.

(Anche in questo caso, se volete leggere altro su Friedrich, ecco tre articoli dedicati a lui: Perché il viandante sul mare di nebbia di Friedrich è considerato un inno al Romanticismo?, Gli autoritratti di Friedrich: il volto del Romanticismo e Caspar David Friedrich: 6 opere per conoscere il padre del Romanticismo)

#3 Giovanni Segantini, Il castigo delle lussuriose

Giovanni Segantini, Il castigo delle lussuriose, 1891
Giovanni Segantini, Il castigo delle lussuriose, 1891

Dopo il romanticismo di Friedrich, facciamo un bel tuffo nel simbolismo con il nostro Giovanni Segantini, che arricchisce un bellissimo paesaggio alpino (familiare a chi, come me, vive alle pendici delle montagne) con queste inquietanti ma poetiche figure smarrite nella neve.

Si tratta di un quadro fortemente evocativo, che descrive la punizione destinata alle madri lussuriose secondo il poema Nirvana di Luigi Illica, amico di Segantini. Per la precisione, questi sono i versi che hanno ispirato l’opera:

Così la Mala Madre in vallea livida – per ghiacci eterni
dove non rama inverda o fiore sboccia – gira sospinta.
Non ebbe un riso, un sol bacio il tuo figlio, – o invano madre?
Non diè germogli di materne cure l’anima tua, – o invano madre?
Così te la tormenta del silenzio – mena e sospinge
gelida larva con ne li occhi lacrime – fatte di ghiaccio!
Vedetela! Affannosamente vagola – come una foglia!
…E intorno al suo dolor tutto è silenzio; – taccion le cose.

Inquietante, non trovate? In ogni caso, il quadro rimane davvero intrigante e Segantini è sempre speciale, come ho cercato di spiegare in questo post: 6 opere (divisioniste e non) per conoscere Giovanni Segantini

#4 Ferdinand Hodler, Il Lago di Thun e lo Stockhorn

Ferdinand Hodler, Il Lago di Thun e lo Stockhorn, 1904
Ferdinand Hodler, Il Lago di Thun e lo Stockhorn, 1904

Anche in questo caso parliamo di Alpi e in particolare di Ferdinand Hodler, un artista svizzero che nella sua vita è partito da influenze impressioniste, per poi arrivare al simbolismo e infine all’Art Nouveau, facendo anche parte della Secessione Viennese.

Quello che tra tutte le fasi rimane indiscusso è il suo amore per le montagne, che in molte opere sono le assolute protagoniste, come in questo caso. Non trovate anche voi stupendi i colori che caratterizzano questo paesaggio nevoso? A me piace molto la predominanza dei riflessi rispetto al cielo, data la posizione volutamente alta della linea dell’orizzonte.

(Se siete curiosi di vedere altre opere di Hodler e sulle nostre belle Alpi, vi segnalo un post a tema: La Svizzera tra laghi ed alte vette: la visione di Ferdinand Hodler)

#5 Edvard Munch, Paesaggio invernale

Edvard Munch, Paesaggio invernale, 1906
Edvard Munch, Paesaggio invernale, 1906

Quando si parla di Edvard Munch, io rimango (paradossalmente) sempre senza parole. Ho scelto di concludere la galleria con questo artista norvegese perché trovo sempre che il suo modo di rappresentare i paesaggi sia assolutamente speciale, soprattutto quando si tratta di tramonti nord europei oppure di inverno.

In questo caso, il protagonista della tela è il bianco perfetto delle mattine in cui la neve ha appena smesso di cadere, enfatizzato dal blu saturo delle piante e complicato dal suo modo incredibile e personalissimo di rappresentare gli alberi. Anche se si tratta di un’opera semplicissima, devo dire che rimango incantata.

(Se poi amate Munch quanto me, ecco il link ad un articolo che celebra i suoi paesaggi: Il paesaggio dell’anima: il nord attraverso gli occhi di Edvard Munch)


Allora, vi è piaciuta questa piccola galleria che racconta i mille volti della neve e della mia stagione preferita? C’è almeno un’opera da queste che vi riesce a conquistare? Fatemi sapere 😉

SalvaSalvaSalvaSalva

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