Il Simbolismo decadente di Milosz in una giornata di pioggia: un modo per celebrare la malinconia di novembre

Arnold Böcklin, La tempesta

Io trovo che uno dei lati positivi dell’avvicinarsi dell’inverno, e soprattutto dell’arrivo della pioggia, sia la legittimazione assoluta a passare una pigrissima domenica mattina al calduccio sotto le coperte – e questa è una cosa che ogni tanto ci vuole 😉 , ma oltre a poltrire salta fuori anche il tempo per fare qualche riflessione.

Per me novembre è il mese di un poeta un po’ oscuro che risponde al nome altisonante di Oscar Vladislas de Lubicz-Milosz (Czereïa, 1877 – Fontainebleau, 1939), autore non dei più allegri (ed è già un eufemismo). Parliamo di uno che, tra tutte le erbe del mondo, ha scelto di definire come sua sorella l’ortica – erba di un verde tristissimo che punge, fa male, cresce allegramente in mezzo alle rovine – perfettamente consapevole di essere quello che oggi definiremmo un outsider, come scrive in Terreni abbandonati:

il cuore della terra mi attraeva
già; e sapevo che batte non sotto il roseto
vezzeggiato, ma là dove cresce mia sorella l’ortica, oscura, trascurata.

Come dire: vadano gli altri dietro alle rose, a cantarne la bellezza sono capaci tutti, a me piacciono gli angoli bui.

Arnold_Böcklin_abandoned_venus
Arnold Böcklin, Abandoned Venus

Infatti è un grande cantore dell’autunno, della malinconia, della tristezza e della nostalgia per la propria vita trascorsa e per l’antichità in generale, per tutto quello è passato e non tornerà – concetto, quest’ultimo, che ha saputo cristallizzare in un verso bellissimo (in francese mon âme malade de jamais et d’autrefois, dalla poesia Karomama): la mia anima malata di mai e di una volta.

Si tratta di un personaggio particolare, che ammira autori come Poe e Wilde, frequenta i decadenti – rifiutando però di essere annoverato tra essi – e disprezza la propria generazione, affermando che ‘si facevano notare per i pappagallini che tenevano in mano durante le passeggiate. […] Erano degli snob, degli idioti’. In sostanza, è un poeta che ha scelto la vita del recluso, spesso tormentato, che in vita ha ottenuto pochissimi riconoscimenti. Anche perché difficilmente uno che scrive frasi come i morti, in fondo, sono meno morti di me (in una poesia che inizia con la frase Tutti i morti sono ubriachi) riuscirà a raggiungere una grande fetta di pubblico, non è sicuramente una lettura rilassante o allegra, anche se pure lui ha qualche raro sprazzo di allegria – forse allegria è una parola grossa, ma ogni tanto da qualche verso salta fuori un’immagine serena, come questa (da E soprattutto che…):

I tuoi capelli odorano d’estate, di luna e di terra.
Bisogna vivere, vivere, semplicemente vivere…

Il suo mondo, però, molto più spesso è un desolato (o così gli piace raccontarlo) sobborgo di Parigi, con tutti i sacri crismi di una buona vita bohémienne: freddo, sporco, solitudine, giornate rigorosamente grigie e piovose, una predilezione per ciò che è morto o morente oppure vecchio e contemplante la propria esistenza passata. Detto così forse non è il massimo dell’invitante, ma lascio a lui la parola e spero che troverà qualche ammiratore.

Oscar Vladislas de Lubicz-Milosz – Danza di Scimmia

 

Sulle note di una musichetta maliziosa, saltellante,
Trafelata, mentre piove, piove una pioggia putre,
Salta, salta anima mia, vecchia scimmia d’organetto,
Piccola sorniona spelacchiata, romantico e tenero animale.

 

Con quella spoglia coda autunnale, pretenziosamente arrovesciata
Come un punto interrogativo nel vuoto cielo del crepuscolo,
Asciuga le lacrime, scimmia galante, malinconica e ridicola,
Scimmia rognosa dell’amore defunto, scimmia sdentata dei giorni perduti.

 

[…]

 

Ancora una canzone, l’ultima ahimè! – E che sia questo sordo
Valzer di giammai, requiem di ladri morti, musica di echi
Che dice: addio ricordi, amori e noci di cocco…
– Mentre la povera pioggia fa gluglu nel fango vecchio e greve.
Spring in a Narrow Gorge (Quell in einer Felsschlucht)
Arnold Böcklin, Fonte in una stretta gola

Ho riportato questa poesia fondamentalmente perché le sono affezionata e mi piace, non so se sia particolarmente rappresentativa, è una scelta puramente soggettiva. Per me ha un certo fascino – in fondo una piccola dose di malinconia ogni tanto non passa mai di moda, soprattutto quando è autunno – e poi bisogna riconoscergli che ci vuole una certa fantasia a paragonare la propria anima a una scimmietta ammaestrata. Per quanto ardito il paragone funziona, perché ci sono alcuni versi – come scimmia sdentata dei giorni perduti – che rendono l’idea della tristezza di qualcuno che si guarda indietro e si rende conto che dei giorni passati non è rimasto nulla, solo una scimmietta sdentata e spelacchiata che però è anche un romantico e tenero animale, che nonostante tutto ha ancora voglia di saltellare e danzare al ritmo della vita, per quanto grigia possa essere.

Se non vi piacciono le cose tristi probabilmente odierete Milosz, ma se come me sapete apprezzare un po’ di sana tristezza ogni tanto – senza per forza essere persone tristi, anzi: io ad esempio non lo sono affatto – credo che abbia una sua bellezza. E poi, come scrive lui stesso in Canto del vino:

Vuotiamo tre volte le coppe per la nascita di Vespero,
poiché ogni tristezza è preferibile alla noia.

Poi certo non consiglierei a nessuno di leggersi un suo libro intero in un pomeriggio perché potrebbe far sprofondare nella cupezza assoluta anche la persona più allegra del mondo! Oltretutto è un poeta abbastanza monotematico e molte sue poesie per noi possono risultare un po’ scontate e un po’ passate, ma bisogna prenderlo per quello che è: un figlio del suo tempo, che ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie nel 1899, a ventidue anni, e che ha visto l’amore della sua vita andare in sposa ad un altro.

In conclusione, non si tratterà di uno dei più grandi poeti del secolo scorso, non ha la profondità di pensiero di alcuni suoi contemporanei, ma per me, in certi momenti e soprattutto in certi periodi dell’anno, è una lettura piacevole e nel suo campo è un maestro indiscusso. Spero che sia stato interessante anche per voi 🙂