Il vero volto di Vincent Van Gogh: autoritratti e fotografie (vere o presunte)

Pensando al volto di Vincent Van Gogh, credo che a tutti noi venga in mente un’immagine precisa e definita, una sorta di ricordo colorato e delineato, con i contorni appena sfumati. Ci sembra quasi di conoscerlo o per lo meno di averlo visto di sfuggita, tanto che forse potremmo affermare di riuscire a distinguerlo in una folla.

Non trovate anche voi che sia una cosa particolare e soprattutto rara anche tra i grandi maestri dell’arte? Credo che questo possa essere spiegato dalla grande attenzione che questo artista ha sempre avuto per gli autoritratti, che ci danno una chiara interpretazione dei suoi lineamenti.


Chissà poi fino a che punto gli somigliassero, ve lo siete mai chiesto? Immaginarlo è piuttosto difficile perché il suo tempo non era ancora quello dei selfie e dell’abbondanza di fotografie, quindi dovremo accontentarci di ciò che abbiamo.

1. Vincent Van Gogh ragazzo (1873)

Vincent_van_Gogh_January_1873

Esistono due fotografie accertate che immortalano il giovane Van Gogh, ma questa è quella che preferisco, anche perché l’altra è ancora antecedente.

Risale al 1873 e ritrae il nostro artista all’età di 19 anni. Che ve ne pare?

Ci sono delle differenze dagli autoritratti che dipingerà nel futuro, ma quello che mi  impressiona moltissimo è il suo sguardo, intenso e profondo, che insomma si fa notare.

2. Gli autoritratti (1886-1889)

Dopo aver visto questa prima fotografia, credo che possa essere interessante un immediato confronto con alcuni dei celebri autoritratti che lo ritraggono a quindici anni di distanza. (Se poi ne volete vedere degli altri, ecco il link alla pagina di wikipedia che sazierà la vostra curiosità!)

 

Ecco, io credo che il filo sottile che collega tutte queste opere sia proprio lo sguardo di Vincent Van Gogh, l’elemento che lo rende un grande ritrattista ed un artista sensibile allo stesso tempo. La fisionomia pare cambiare da un’opera all’altra, influenzata da quello che è il contesto e dallo stato emotivo, ma gli occhi sono sempre ugualmente intensi.


Ritengo che questi primi due elementi possano già in parte rispondere al nostro quesito, ma la curiosità generale è tanta, così tanta che negli anni sono comparse  altre fotografie di un presunto Vincent Van Gogh, come il famoso caso saltato fuori negli anni Novanta, mai riconosciuto dagli studiosi del Van Gogh Museum (ecco il link ad un articolo del Guardian su questo).

3. L’ultimo (presunto) ritrovamento nel 2016

In ordine cronologico, il più recente presunto ritrovamento di una foto di Van Gogh in età adulta risale all’anno scorso e ancora oggi si discute per il riconoscimento.

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Lo riconoscete? Vincent dovrebbe essere tra questi 34 artisti, allievi e frequentatori dell’Atelier Julian di Parigi, o per lo meno questa è l’idea dello studioso Antonio de Robertis.

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Si tratta di una fotografia conservata presso la Biblioteca dell’Institut National de l’Histoire de l’Art di Parigi, e sicuramente gli anni e i luoghi potrebbero combaciare.

A sinistra potete vedere il dettaglio incriminato, mentre se volete leggere l’interessante storia di questa possibile scoperta ecco il link alla notizia e all’opinione dello stesso Institut National de l’Histoire de l’Art.

Che dite, voi riscontrate la somiglianza con i quadri e con la foto accertata? Io non mi sbilancio, ma posso dire che non metterei la mano sul fuoco per sostenerne l’autenticità.


In conclusione, dopo questo breve approfondimento la domanda è una sola: ci importa davvero dell’autenticità e delle possibili foto del nostro amato Vincent Van Gogh oppure ci accontentiamo dei suoi meravigliosi autoritratti?

Non so dirvi se questa scoperta avrà successo oppure no, ciò che mi stupisce è la curiosità che questo artista riesce sempre a stimolare, anche a distanza di quasi 150 anni.

Quindi credo che tutto sommato la risposta alla domanda che ho posto sia sì, perché il paragone con una fotografia può permettere di analizzare il rapporto dell’artista con il suo aspetto e con il riflesso dello specchio, un particolare intrigante e utile per capire qualcosa in più di quello che gli occhi profondissimi di Van Gogh dovevano vedere, del suo modo unico al mondo di interpretare la realtà.

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