Prima che vi avventuriate nella lettura, lasciate che vi confessi una cosa: non mi considero un’esperta di New York e nemmeno mi vanterò di esserlo, anche se ho studiato questa città sotto vari aspetti e ho trascorso lì un’intensa settimana in cui ho cercato di immergermi il più possibile nel suo spirito caratteristico ma fuggevole. Esistono realtà troppo grandi e troppo mutevoli per essere comprese al primo sguardo e questo vale secondo me per la Grande Mela: lasciandola sapevo già che non mi è davvero appartenuta, avevo l’impressione di aver captato soltanto qualcuna delle sue mille sfaccettature.
Posso però confermarvi che io sono il prototipo dell’appassionata d’arte, quindi in questo post cercherò di condividere con voi i consigli che mi sembrano più utili e di descrivervi quei luoghi che, nel momento in cui ci si ritrova a scegliere tra mille attrazioni, vanno secondo me assolutamente messi ai primi posti.
Il Guggenheim: un matrimonio tra pittura e architettura
Da vera fan di Wright (e anche della famiglia Guggenheim) non potevo che partire da qui. Vedere dal vivo questa architettura prima dall’esterno e successivamente poterla girare liberamente è stata una vera emozione, e come se non bastasse la collezione di opere d’arte custodita al suo interno è a dir poco strepitosa.
Il Guggenheim Museum si trova all’angolo tra la 5th Avenue (la via dei musei) e l’88th strada, affacciato su Central Park. Il progetto è del 1959 ed è stato pensato come il contenitore perfetto per l’inestimabile raccolta dei quadri di Solomon Guggenheim, ricco industriale e lungimirante collezionista.
Una parte del percorso espositivo è costituita da una rampa a spirale discendente, dedicata spesso alle mostre temporanee, e illuminata dalla luce naturale che piove dall’alto e da quelli che dall’esterno sembrano dei tagli nella facciata. Esiste poi tutta un’altra porzione di edificio più tradizionale, dove l’attenzione per l’illuminazione si dimostra sempre una scelta vincente e dove si possono ammirare capolavori soprattutto del periodo delle Avanguardie.
In poche stanza si concentrano opere di una qualità altissima: Georges Braque, Paul Cézanne, Marc Chagall, Edgar Degas, Paul Gauguin, Vassily Kandinsky, Piet Mondrian, Pablo Picasso, Pierre-Auguste Renoir e Henri de Toulouse-Lautrec sono infatti solo alcuni dei grandi artisti che si possono incontrare. Con questo spero di avervi convinti!
Chelsea: il paradiso delle gallerie d’arte
Chelsea secondo me è il classico quartiere che ci si aspetta di trovare a New York appena al di fuori dei grandi grattacieli: è estremamente fotogenico, brulica di vita mondana e ha un passato industriale che fa mostra di sé negli edifici industriali tutti ormai rifunzionalizzati a dovere. L’arte contemporanea ed il rinnovamento urbano sembrano essere il motore che porta avanti la continua trasformazione di quest’area sita nella porzione sud di Manhattan.
Passeggiare tra le sue strade (soprattutto tra l’Hudson River, la 10th Avenue, la 18th e la 28h strada) è a dir poco fantastico: può capitare di varcare la soglia di una galleria d’arte e di trovarsi di fronte opere di Warhol, Koons, Haring e Lichtenstein, come è successo a me alla Tagliatella Galleries, oppure di capitare in mezzo a futuristiche opere contemporanee d’avanguardia.
Certo, bisogna apprezzare il genere, ma in ogni caso vi assicuro che l’atmosfera che si respira è molto bella!
Whitney Musem e High Line: tra pittura, architettura e paesaggio
Siamo di nuovo a Chelsea, lo so, ma non potevo non citare due luoghi che per me sono stati molto importanti.
Il primo è il Whitney Museum of American Art, il tempio dell’arte contemporanea statunitense. Se siete stati anche voi a New York vi sarete sicuramente accorti di come gli Americani tendano a valorizzare più la pittura europea rispetto alla loro, che lasciano spesso in posizione quasi marginale nei grandi musei. Probabilmente la vedono come un modello, ma io credo che se si è in viaggio in un certo luogo è la cultura locale che bisogna inseguire prima di tutto. Al Whitney troverete opere di Edward Hopper, di George Bellows, di Jasper Johns e di Georgia O’Keeffe, insieme a fotografie bellissime e a opere probabilmente sconosciute che susciteranno la vostra curiosità, il tutto in un contenitore d’eccezione, progettato dal nostro connazionale Renzo Piano.
Proprio di fianco al Whitney ha inizio quella che è una delle più celebri passeggiate della città, famosa soprattutto per gli amanti dell’architettura: si tratta della High Line, una ferrovia sopraelevata che correva per un bel pezzo di Manhattan, dismessa a partire dagli anni Ottanta e trasformata dal 2009 in un parco pedonale. Si tratta di un’idea geniale, di un punto di vista privilegiato per osservare la città e di un’oasi di relax dove tutto è curato nel minimo dettaglio: l’arredo urbano, la scelta delle piante e la loro disposizione.
Una delle mie cose preferite di tutta New York, credo di poterla definire imperdibile!
MoMA e MET: gli immancabili
Ovviamente non potevo dimenticare i due templi dell’arte di New York, favolosi contenitori di opere d’arte inestimabili.
Potrei dilungarmi sia sul MoMA – Museum of Modern Art, mecca per gli amanti dell’arte contemporanea, sia sul MET – Metropolitan Museum of Arts, immenso contenitore di opere d’arte di tutti i tempi e di tutti i luoghi del mondo, ma ho preferito inserire i link al loro sito ufficiale che sicuramente si saprà raccontare meglio di me. Posso soltanto aggiungere che si tratta di due luoghi assolutamente all’altezza della loro fama, commoventi e gestiti in maniera davvero ammirevole.
Un’ultima cosa, per gli amanti dell’arte medievale: non dimenticate che il biglietto di ingresso al MET comprende anche l’accesso ad una sua speciale sezione distaccata, The Cloisters, un monastero realizzato a partire dal 1927 con parti di chiese e abbazie di tutta Europa, smontate, trasportate e rimontate all’estremità nord di Manhattan.
DUMBO: quello che succede oltre il Ponte di Brooklyn
DUMBO (acronimo di Down Under the Manhattan Bridge Overpass) è il primo quartiere che si incontra se si decide di avventurarsi per Brooklyn. Si tratta di una zona portuale e industriale, caratterizzata un tempo dalla presenza di magazzini di stoccaggio e di manifatture. Oggi questi edifici conoscono una seconda vita fatta di arte e design, in quanto sono diventati la nuova casa di galleristi e creativi in fuga dalla troppo cara Manhattan.
Passeggiare per questo piccolo quartiere dove Street Art è un po’ dappertutto è davvero bello: la vista verso il ponte di Brooklyn è una specie di cartolina vivente che caratterizza il panorama, mentre si respira un’aria vivace nei caffè, nei negozi e nei locali.
Se il tempo accompagna, vi garantisco che non vi pentirete di questa piccola fuga dal caos di Manhattan!
In conclusione, sapete che vi dico? Soltanto a ripensarci e a cercare qualche immagine mi è venuta una grandissima voglia di tornare a New York e di riprendere le mie esplorazioni esattamente dove le ho interrotte, in modo da arrivare più in profondità.
Voi invece ci siete già stati? Condividete quelle che sono state le mie impressioni?
Nel caso invece che vi siate persi un po’ di puntate precedenti, vi ricordo che questo è solo l’ultimo di una serie di post dedicata agli Stati Uniti, l’ultima tappa di un ragionamento che ha avuto inizio da qui: Esiste una vera “arte americana”?. Se siete curiosi di saperne di più, vi auguro una buona lettura! 🙂