Il potere della cultura e i motivi che la rendono così spaventosa

Claude Monet, Rue de Montorgueil.
Claude Monet, Rue de Montorgueil.
Claude Monet, Rue de Montorgueil.

Venerdì notte, mentre leggevo le prime e confuse notizie sugli attentati di Parigi, subito dopo il colpo al cuore che ho sentito ho pensato al valore simbolico del bersaglio scelto e al motivo della decisione di questi terroristi.

Oltre alla componente dovuta al passato coloniale dell’area del Maghreb, mi sembrava che l’intento potesse anche essere qualcos’altro.

Poi ieri, leggendo le rivendicazioni dell’Isis, ho avuto conferma delle mie ipotesi nelle loro parole:

“È la capitale dell’abominio e della perversione.”


Adesso sono passati un paio di giorni e molto è già stato scritto in merito: commenti intelligenti e commoventi e articoli informativi, insieme alle solite strumentalizzazioni degli avvoltoi che aspettano questi avvenimenti per fare audience o propaganda, su cui non intendo soffermarmi nonostante l’indignazione.

Insomma, la mia idea era quella non aumentare la mole di parole scritte, visto che non sono la più qualificata e che non è così pertinente con questo blog, però se penso a Parigi e a tutto quello che rappresenta per me e per tutti non riesco proprio a stare zitta.


Il potere della cultura

Quella che questi terroristi hanno definito capitale dell’abominio è in realtà il fulcro di tutto ciò di buono abbiamo noi occidentali. Siamo sicuramente un popolo con un sacco di ombre, però la libertà di pensiero e di espressione, insieme alla cultura e alla sua diffusione, sono la nostra grandezza.

Tutti noi possiamo scegliere di andare al cinema, di viaggiare, di leggere quello che vogliamo e di andare ai concerti oppure a teatro. Non ci rendiamo nemmeno più conto della fortuna che abbiamo quando possiamo scegliere di studiare e di avere un’identità culturale, che è la cosa più importante di tutte, persino più del petrolio inseguito da tutti in questa guerra frammentata che si sta consumando. La nostra cultura ci permette di non cadere vittime di ideologie estremiste che fanno leva sulla frustrazione e sulla povertà e di non generalizzare mai. Solo la cultura ci ricorda che siamo stati tutti degli immigrati, che l’Europa cristiana non è quella che ha massacrato gli Arabi nelle crociate. La cultura ci permette di non fare di tutta l’erba un fascio, di non iniziare a vedere ovunque dei nemici.

Siamo occidentali e siamo liberi di pensare, di vestire, di dire la nostra e di fare vignette satiriche, questo è quello che davvero fa paura. Ed è anche per questo che gli attentati di Parigi devono necessariamente far riflettere, visto che hanno colpito il simbolo della nostra cultura, una capitale dove le arti e le scienze proliferano, il simbolo di uno stato liberale e avanzato.

Credo che noi tutti dovremmo lottare per non cadere nel gorgo del sospetto e della diffidenza nei confronti di chi ci sta intorno, perché questa sarebbe la prima nostra sconfitta. Dovremmo combattere quello che sta succedendo documentandoci al meglio, usando la cultura che è la nostra arma più forte. Anziché perderci dietro ai video dei massacri forse dovremmo chiederci chi sono questi terroristi dell’Isis, cosa vogliono e chi li finanzia. Perché poi doveva essere proprio la Siria la polveriera? E cosa sta succedendo nel mondo arabo? Bene, per lo meno questo è quello che sto facendo io in queste giornate grigie.

Forse la cultura davvero ci potrebbe salvare da scelte più o meno stupide che prima o poi qualcuno cercherà di prendere al nostro posto, decisioni scellerate che in realtà è da anni che chi pretende di rappresentarci sta già compiendo, approfittando del nostro disinteresse.


Detto questo, mi scuso con tutti voi se sono stata prolissa e se mi sono lanciata in un campo che non è strettamente il mio. In ogni caso prometto che prossimamente tornerò su argomenti più lieti, riprendendo la serie dei “perché” che ho interrotto per questo disastro.