Cosa decide il valore di un’opera d’arte?

Esistono pareri personali. Ad esempio, a me piacciono gli alberi, i cucchiaini e la linea dell’orizzonte che creano gli edifici nelle città. Ad altri sicuramente piaceranno i tramonti, i fumetti, i ritratti oppure le fantasie floreali, e sono tutte preferenze ugualmente sacrosante.

Esiste però anche qualcosa che va oltre, uno scatto verso l’universale che è ciò che contraddistingue le vere opere d’arte dalle altre. Sembra facile, detto così, ma nella pratica che cosa rende tale un capolavoro? Se io oggi dipingessi la Gioconda credo che non mi considererebbe nessuno, perché non sarei la prima, mi collocherei al di fuori dal contesto attuale (per quanto confuso esso sia) e non rispecchierei nulla del nostro mondo e della vita di questi anni sconvolti.

Secondo me ci sono alcuni parametri che conferiscono valore alle opere, che siano dipinti, sculture, disegni oppure edifici, e adesso vorrei provare ad elencarli.

La tecnica e la composizione

Primo ed imprescindibile punto, dal momento che la prima cosa che notiamo, posti di fronte a un quadro, è la qualità dell’esecuzione, insieme al livello di equilibrio e di armonia che si riesce a raggiungere attraverso la geometria e la costruzione.

Nell’arte figurativa viene spontaneo criticare le sproporzioni, ad esempio, oppure un uso del colore che non ci sembre adeguato. Se poi si parla di arte astratta, la bellezza risiede proprio nella cura della composizione: in questo caso non viene subito in mente Mondrian, per fare un esempio?

La capacità di trasmettere

La seconda è una qualità cruciale e delicata dal momento che, tra tutte, è quella che risente maggiormente del periodo storico in cui un’opera è inserita. Cosa ne sappiamo noi di cosa commuoveva o impressionava i Romani, oppure gli aristocratici del Seicento, o i romantici ottocenteschi? In questo caso entra in gioco la fantasia, perché per attribuire un valore ad un manufatto del passato necessariamente dobbiamo mediare quello che è il nostro gusto con quello di chi ci ha preceduto.

Il contesto

Ecco dunque che è il momento di introdurre una terza qualità, il contesto, che può essere inteso a livello cronologico, sociale, politico o geografico, per esempio. Se si vuole uscire da quello che può essere il parere personale si deve necessariamente conoscere e considerare ciò che sta intorno ad un artista mentre lavora.

Mi riferisco alla sua vita privata, al clima politico che lo influenza e agli altri artisti che lo ispirano. Non si può parlare di Monet senza parlare dell’impressionismo, perché è anche scoprendo la grandissima influenza che ha avuto sui suoi coetanei che ne possiamo comprendere a pieno il valore.

L’idea

Ovviamente un capolavoro, per essere tale, deve rispecchiare il contesto in cui è inserito non in maniera imitativa, ma attraverso quel qualcosa in più che rende unici i grandi artisti. La ricerca dell’idea originale e la voglia di sperimentare sono una sorta di motore per l’arte e per la creatività di coloro che nell’innovazione e nello studio riescono a distinguersi.

In questo elenco credo proprio che non inserirò il mercato perché, soprattutto sul contemporaneo, non penso che sia un parametro così indicato a definire il valore di un’opera d’arte visto che, per fare due esempi, non mi pare che Van Gogh o Modigliani abbiano mai venduto molto finché erano in vita.

Tornando al discorso iniziale, non credo che siano sufficienti queste quattro qualità per soddisfare a pieno l’osservatore. La vera magia avviene quando il valore universale si fonde in qualche modo con quello personale e ci si imbatte in un’opera che si vorrebbe poter rimirare ogni giorno. Quindi io amo gli alberi di Mondrian, i paesaggi di Schiele e il design nato nel Bauhaus, dove si progettava dal cucchiaino alla città.

Ed è proprio nel terreno comune tra il mercato e il gusto individuale che nasce il collezionismo, questa mania preziosissima grazie alla quale possiamo visitare gallerie certamente piene di prestigio e di fascino e caratterizzate dal fatto di avere un’anima.

Conclusione

Rileggendo queste parole, mi rendo conto che è facile e forse poco immediato disquisire a livello teorico, quindi nei prossimi giorni mi piacerebbe scendere nel dettaglio.

Credo proprio che mi dedicherò all’analisi delle opere che per me sono quelle che hanno un maggiore valore nel salto oltre la linea d’ombra che è stato compiuto nell’arte a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Se siete interessati a seguirmi, ho tutta l’intenzione di perdermi in quadri meravigliosi che non possono che lasciare senza fiato.