5 santuari per 5 artisti: ecco cinque musei da non perdere

Sono convinta che per tutti esista almeno un museo o una galleria d’arte che è rimasta nel cuore per i più svariati motivi.

Ci sono luoghi che hanno il potere di svelare qualcosa che noi non sapevamo, di avvicinarci maggiormente ad un artista o di vedere un dipinto destinato a cambiare i nostri gusti e a permetterci di superare la linea d’ombra dell’indifferenza, la tenebra più terribile. (E in questo momento sto ripensando ad un’epifania avvenuta in una piovosissima Dublino, più precisamente nella National Gallery of Ireland, anno 2008 – come spiegato meglio in questo articolo, al punto 3).

Non bisogna essere degli esperti per commuoversi di fronte alla Pietà di Michelangelo, così come non è necessario avere la presunzione di sapere tutto per rimanere stregati da un dipinto. Per questo oggi vorrei trattare dei musei che per me hanno un’anima: cinque luoghi in cui si può davvero entrare nella mente di una personalità geniale, dove l’architettura ha il semplice compito di esaltare il contenuto.

Si tratta di una riflessione che mi è venuta in mente dopo la critichina dell’altro giorno al Zentrum Paul Klee (ve la siete persa? cliccate qui: Quando l’arte diventa un investimento: il Zentrum Paul Klee di Renzo Piano a Berna), ma adesso iniziamo con ordine.

1. Il Teatro-Museo Dalì a Figueras (Spagna)

Non posso che iniziare dall’incredibile spazio dedicato a Salvador Dalì, progettato dallo stesso artista in accordo con la municipalità del suo paese natale. 

Che lo si ami oppure lo si odi, quello che conta è che questo museo lo rispecchia in pieno, mettendo in scena monumentali installazioni surrealiste che rapiscono e stregano il povero visitatore. È uno smodato regno di illusione ed esagerazione, dove ogni dettaglio è stato curato ossessivamente dal pignolissimo pittore.

 

(Per scoprire di più su Dalì, non perdetevi questo articolo: Dove portano i sogni? Smarrendosi nel labirinto dei pensieri di Salvador Dalì)

2. Casa-Museo di Claude Monet a Giverny (Francia)

La mia seconda scelta è completamente diversa dalla scenografica e baroccheggiante prima posizione: qui si parla di un luogo di intima ricerca e di dedizione personale, dove niente è superficiale e si insegue l’essenza stessa della natura.

Il museo di Claude Monet in effetti è prima di tutto la sua residenza ed insieme il parco a cui si è dedicato per anni affinché raggiungesse la perfezione, dipingendolo quotidianamente. Ciò che ha di unico questo spazio infatti sono gli scorci che il visitatore riesce a cogliere, sentendosi all’improvviso vicinissimo a ciò che vedeva e riproduceva Monet.

 

(Per scoprire di più su Claude Monet e sulle sue ninfee, ecco l’articolo adatto: Quale altra musa, se non la natura? Il giardino segreto di Claude Monet)

3. Museo nazionale messaggio biblico di Marc Chagall a Nizza (Francia)

Questo museo, tra tutti quelli in elenco, è sicuramente quello che riveste un maggiore valore simbolico. Chi conosce Marc Chagall subisce certamente il fascino della sua delicatezza e del susseguirsi di simboli e significati nascosti che affollano i suoi dipinti. A Nizza lo stesso artista ha potuto progettare e vedere realizzato un museo destinato ad ospitare una serie di grandi opere legate alla Bibbia, meravigliose e disposte perfettamente.

In questo caso l’architettura si piega alla solennità e all’importanza del suo contenuto, articolandosi in una serie di grandi spazi dimensionati in base ai dipinti. L’auditorium poi presenta vetrate realizzate da Chagall, mentre durante il percorso di visita una vetrata inaspettata rivela un mosaico predisposto ad hoc che si riflette in uno specchio d’acqua. Che dire insomma, se non che è davvero un’esperienza unica aggirarsi in questi spazi!

 

4. Museo Magritte a Bruxelles (Belgio)

Tra tutti forse il più sottile è il museo Magritte, così come è sottile ed arguto l’assurdo che i suoi quadri riproducono ed enfatizzano. Si tratta di un palazzo neoclassico restaurato che all’esterno dice poco, ma aspettate di entrare e il mondo di questo artista vi sommergerà.

È uno spazio allestito in maniera coinvolgente e brillante e per di più contiene un’allestimento di tutto rispetto, quindi davvero permette di uscire decisamente arricchiti! (Purtroppo non ho trovato immagini migliori, quindi dovrete fidarvi delle mie parole!)

 

(Per scoprire di più su Magritte e sulla sua visione del surrealismo, non perdetevi questo articolo: Dove portano i sogni? Esplorando le illusioni di René Magritte)

5. Museo Munch a Oslo (Norvegia)

Ultimo ma non per importanza, mi sento in dovere di citare questo museo scandinavo perché per me ha un grandissimo valore: si tratta del motivo per cui amo incondizionatamente Edvard Munch e di un ricordo bellissimo nella mia memoria.

Questo edificio non si distingue particolarmente per la sua architettura (a dire il vero non mi rimane che un’immagine sbiadita del suo involucro, mentre il suo interno è nitidissimo!), anzi la scelta è quella di una struttura a servizio del suo interno, perché qualunque stravaganza non può che essere annientata e messa in ridicolo dalla grandezza e dalla limatissima essenzialità dei dipinti di questo artista. 

Il suo grande pregio e quello di lasciare filtrare all’interno la magica luce del nord, che investe i locali e ci aiuta ad entrare in sintonia non le opere, a vederle nella tinta giusta e ad instaurare un legame invisibile ma solido con Munch.

(Per scoprire di più su Edvard Munch, consiglio questo articolo: Per andare oltre l’urlo, due giorni di Munch).

 

Non saprei come spiegarmi meglio e soprattutto non voglio dilungarmi troppo, perché so che quello con i musei è un rapporto personale e diverso per ognuno, quindi non voglio interferire con quella che è la curiosità, unita alla sete di scoprire qualcosa di nuovo, che in una forma o in un’altra esiste in tutti noi.