Intensità e modernità: due ragioni per interessarsi
Per quale motivo Egon Schiele viene inserito nei libri di storia dell’arte, nonostante la morte prematura e l’apprezzamento altalenante di cui gode?
Per cominciare, il suo fantastico tratto, le linee sicure e precise che costruiscono i suoi disegni senza esitazioni, sbavature o esigenze correttive. Avete mai visto da vicino una sua opera? Soltanto guardando da vicino potete capire la sensazione di perfezione che traspare, come se la matita fosse guidata da un irrefrenabile spirito di bellezza e armonia.
Tuttavia non è sufficiente la tecnica a rendere grande un artista, dopotutto in giro quanta gente c’è che disegna benissimo ma non arriva a trasmettere? Quello che, almeno ai miei occhi, è un elemento essenziale è l’intensità, intesa come la capacità di trasmettere all’ignaro osservatore tutto il bagaglio emotivo che si cela dietro a ogni soggetto, dal più elaborato al più banale. In questo senso, Egon Schiele è un maestro, nel momento in cui riesce a far parlare persino gli alberi scheletrici, oppure gli edifici stanchi e foschi, addossati l’uno all’altro, dei borghi austriaci.
Infine, un’altra grande caratteristica è l’estrema modernità delle sue opere, che rientrano alla perfezione nel dibattito culturale del periodo e allo stesso tempo non ne sono fagocitate, anzi, ne diventano la personalissima interpretazione. Nei lavori di questo artista si riconoscono elementi cubisti, espressionisti, art nouveau e simbolisti ad esempio, ma non per questo i soggetti sono meno riconoscibili, meno legati al loro creatore. La grandezza dei maestri come Egon Schiele è proprio la capacità di non rimanere imbrigliati nelle etichette, ma di perseguire le loro ricerche, di esprimere le loro idee, senza finire a somigliare a nessuno, ma allo stesso tempo senza perdere il legame con il contesto in cui si vanno inevitabilmente ad inserire.
Se volete leggere gli altri post dedicati a Egon Schiele, ecco i link: Il dramma di morire a 28 anni e Il significato universale