Il mio amore per il romanticismo

J. M. W. Turner, Tempesta di neve. Battello a vapore al largo di Harbour's Mouth, 1842

Senza dubbio io amo i romantici. Non fraintendetemi, non intendo il tipo di persone smielate che si manifestano con rose e baci Perugina, ma piuttosto le anime solitarie alla ricerca del sublime.

Non so spiegarmi, ma dai tempi del liceo subisco il fascino di quest’epoca confusa che è il lungo Ottocento, e da amante della cultura inglese non posso che commuovermi per la bellezza di alcuni testi e di molti quadri, soprattutto se si parla di un certo Joseph Mallord William Turner, longevo e prolifico artista di corte, viaggiatore e disegnatore d’eccezione, mano che ha saputo rappresentare meglio di chiunque altro il Regno Unito prima che diventasse un vero e proprio impero, prima di Vittoria insomma.

Impressionista prima degli Impressionisti, in certi tratti astratto prima delle Avanguardie, il primo che in maniera del tutto compassata ha socchiuso quello che poi diventerà circa cinquant’anni dopo il vaso di Pandora, ovvero il vortice di sperimentazione fino all’informale.

Prometto che un giorno parlerò di lui in maniera più completa e pertinente, per adesso però mi accontento di vagare con la mente all’insegna dei romantici in generale, affascinanti e seducenti creature che hanno cambiato la poesia e hanno contribuito a creare una nuovaa visione della natura e della persona.

Concludo così questo articolo forse un po’ confuso con la prima poesia che ho incontrato sul libro di inglese del liceo (di P.B. Shelley), e che ricordo ancora proprio perché, anche se allora non conoscevo molto del romanticismo, mi era entrata nel cuore.

A dirge
Rough wind, that moanest loud
Grief too sad for song;
Wild wind, when sullen cloud
Knells all the night long;
Sad storm whose tears are vain,
Bare woods, whose branches strain,
Deep caves and dreary main,–
Wail, for the world’s wrong!

 

Un canto funebre
Brusco vento, che lamenti forte
un dolore troppo triste per una canzone;
Selvaggio vento, quando una nube fosca
rintocca per tutta la notte;
Triste tempesta, le cui lacrime sono vane,
Boschi spogli, i cui rami sforzi,
Grotte profonde e mare tetro,
gemete, perché il mondo è sbagliato!

Perdonatemi se non ho soddisfatto la vostra curiosità, ma quest’oggi proprio non riesco ad essere ordinata.